Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      236 STOMA DELLA TOSCANAnali fiorentini, unitisi a Baccio Valori e a molti fuoruscili, si avviavano alla volla di Firenze; fin dentro le mura v'erano uomini amanti di novità che mettevano su il popolo contro il novello signore- Cosimo dissimulò, finché la elezione non fosse stata dichiarala legittima da Carlo V, il quale spedi a posta a Firenze il conte Sifontes nel giugno del 1537, e convalidò l'elezione, e confermò il suo lodo del 1530 rispetto ai discendenti.
      Cosimo allora, sicuro del fallo suo, si volse a disarma-mare i cardinali e vi riuscì; restavano i fuorusciti, che correvano senza posa il dominio dal lato di Pistoia, spalleggiati dalla fazione Cancelliera che aveva empiuto di tumulto e di uccisione la città. Era loro capo Filippo Strozzi; fortificatisi a Monlemurlo, le soldatesche di Cosimo ve li assediarono, e Filippo Strozzi, Baccio e due Filippo Valori e Anton Francesco degli Albizzi ed altri dei più potenti furono presi, trascinali a Firenze a modo di schiavi, e a quattro per giorno sulla piazza del Palagio ' decapitati, tranne Filippo Strozzi che non senza un perchè fu chiuso nella fortezza di San Giovan Ballista, per l'edificazione della quale avea prestato un gran danaro ad Alessandro. Qui fu trovato morto indi a pochi mesi, non si sa bene se o di propria mano o se per mano altrui ; e in qnest' ultima ipolesi, per opera di chi amichevolmente volle sottrarlo a un supplizio certo , o di chi intese a disfarsi d'un nemico pericoloso senza trar-sene addosso l'odiosità; questo fine miserabile ebbe colui che primo gitlò catene sul collo della patria!
      Per assodarsi meglio sul trono Cosimo avrebbe voluto, sposar Margherita d'Austria vedova d'Alessandro, ma il pontefice Paolo III ne disturbò i disegni, ed egli ebbe a contentarsi del titolo di duca e dell'allontanamento di Alessandro Vitelli dal comando della fortezza, che fu dato però ad un altro Spagnuolo. Pisa e Livorno restarono tuttavia in mano degli Spagnuoli.
      ' Baccio Valori, ai Tolle testimone del supplizio del nipote e del figlio; poi fu anch'egli decapitato nello stetso giorno (so d'agosto), in cui sette anni prima, cinto d'armati, era entrato nel palazao dei Signori, per compier la rovina della patria. Ditcite jultitiam monili'.
      Cioogle


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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