Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO. 227
      starsi ogni di più alla Francia; per quest'ultima cagione non si fece subito il matrimonio disegnato della figlia naturale di Carlo con Alessandro-
      Anni 1633 dell'E. V. — Non erano senza fondamento i sospetti dell'imperatore ; Clemente VII se la intendeva, per mezzo di due cardinali francesi ch'erano venuti a Bologna, colla corte di Francia, e tanto s'industriò che trasse alle sue voglie quel re e conchiuse il matrimonio di Caterina figlia di Lorenzo de'Medici duca d'Urbino col duca d'Orléans secondogenito del re, che fu poi Enrico II. Clemente e Francesco I si videro a Nizza nel 1533, vi s'intrattennero con grandi apparenze d'amorevolezza, vi celebrarono con splendide pompe le nozze del figlio e della nipote, e lungamente vi ragionarono delle cose d'Italia ; ai conforti del pontefice deliberò il Cristianissimo di far guerra agli Spa-gnuoli per cacciarli dal Milanese. Quando poi Clemente veleggiava da Livorno a Civitavecchia per tornarsene a Roma, videsi comparir davanti nella galea il duca Alessandro, che volle avere ed ebbe auch'egli con lui un lungo colloquio '.
      S'ignora quali e quanti fossero i soggetti di questo abboccamento ; ma indi a poco fu noto un trattato fatto da Clemente VII, ili forza del quale Alfonso d" Este duca di Ferrara, il duca Alessandro di Firenze, Francesco Guicciardini lo storico, allora vieelegato di Bologna, e Baccio Valori, presidente della Romagna, discacciavano tutti i ribelli fiorentini dalle province bolognesi e romagnole, e dalle terre della casa d'Esle; e in compenso tutti i ribelli ferraresi dovevano essere espulsi da quelle di Bologna, di Ferrara, di Romagna e di Firenze. Nè si contentarono di perseguitare i fuoruscili fiorentini, che li vollero anche infamati, dichiarandoli ladri, assassini e gente di perversa e vituperosa vita. E si fece anche più; alcuni confinati, decisi di rompere
      ¦ Clemente VII non volle nè prima nè poi paisar per Firenze per non dar soverchia spesa alla città, com'egli disse, o meglio perchè flagellatalo il rimorso di arer tradito la patria e temerà il risentimento dì quei cittadini.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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