Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo sesto.
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      sero essere dei Priori, e si creò il Gonfaloniere, che doveva essere eletto dai Priori a maggiorità di voci fra dodici po-
      Jolani, scelti dne per sestiere ; a maggior riverenza gli si ette ima guardia d'i mille fanti.
      Tutte queste mutazioni, saggie da un lato, erano troppo rigorose dall' altro . e gli odii dei nobili crebbero a dismisura- Aggiungasi che quasi sempre i Priori governavano più di nome che di fatto , perchè la direzione del governo veniva dagli uomini che si chiamavano nelle pratiche o balle; e quando una fazione volle dominar sull'altra, o un cittadino ambì il principato civile, senza tor di mezzo i magistrati repubblicani, l'una o l'altro si studiarono di regolare ih modo le cose che il potere legale venisse in mano dei loro aderenti; rosi fecero i Ghibellini, così fecero sempre i Guelfi, così fecero gli Albizzi, così con più fortuna fecero poi i Medici.
      In lino di quei frequenti tumulti cittadineschi, fomentati dal rancore nobiliare, fu condannato al bando Giano della Bella; ma non ne venne gran bene ai nobili, perchè il governo non uscì di mano al popolo, e solo si temperarono alcune leggi veramente troppo acerbe contro di loro.
      Nulladimeno tumultuavano r nobili in città, tumultuavano quelli che erano in bando, e moveano insidie e nemici contro il comune : re Roberto , richiestone, mandava un suo vicario: poi si creava un Consiglio di dodici Buono-mini in aiuto dei Priori; por si fecero le elezioni dei magistrati quaranta due mesi innanzi per evitare i tumulti ; si chiamò Carlo duca di Calabria, lo si proclamò signore della repubblica, per paura di Castruccio. e morto questo audace condottiero, si tornò ai pensieri di riforma. Le elezioni si fecero come per lo passato; si abolì il Consiglio di Credenza, quello dei Cento e quello dei Novanta, e si formò un Consiglio di popolo di trecento popolani, e uno di comune di dugento cinquanta fra grandi e popolani, che si rinnovavano ogni quattro mesi.
      Tutte queste riforme, quantunque mirassero allo scopo di perfezionare e di consolidare il governo, per la loro frequenza riuscivano fatali.
      La fidanza net forestieri e Io mene dei grandi poco-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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