Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      £0 STOBI A DELLA TOSCANAi Guelfi che aveano più patito dell'ultima cacciata, e si destinarono a mantenere lo stato alla parte guelfa, e a supplire alle spese della guerra da farsi contro la parte ghibellina. Questo ingente patrimonio fu amministrato dai Capitani di Parie che si mutavano ogni due mesi, e che s'ebbero col tempo una grandissima e soverchiente autorità nella repubblica.
      Questi ordinamenti parvero acquistare una maggior forza democratica nel 1278 quando, a consiglio del cardinal Latino, legato di Niccolò III, i dodici Buonomini si crebbero fino a quattordici, e le magistrature, che si eleggevano ogni anno, si vollero elette ogni due mesi.
      Anche l'autorità di re Carlo, fattosi pauroso per troppa ambizione all'Italia, fu pei nuovi ordini dibassata in Firenze-
      Quando i popolani, colla istituzione delle compagnie del popolo e delle Arti, ebbero forma e piena forza politica, pensarono a torre affatto ai nobili il governo d' una repubblica dedita alle industrie e ai commerci, e a darlo a chi di questi negozi s'ingerisse. Tre Arti delle più in fiore, quella di Calimala, del Cambo e Leila Lana, si strinsero insieme ed elessero tre Priori , i quali durassero in officio due mesi; poi ne crebbero il numero fino a sei, togliendoli dalle altre Arti; chi non fosse mercante o non avesse dato il suo nome ad un'Arte, non poteva essere ammesso al governo, e quelli che per forza vi si facevano ascrivere, a maggior onoranza civile, preferivano le Arti maggiori alle minori, ciò che esprimevasi colla frase — andar per la maggiore. Questo modo si tenne per tutte le città della Toscana- Quando poi si vedeva un cittadino farsi pauroso per prepotenze, in pena del suo ardimento, soleva la repubblica fiorentina scriverlo nel libro dei grandi ; il che importava esclusione dai pubblici uffìzi e privazione di ogni altro privilegio.
      Questo dissero i cronisti il secondo popolo, e così fu quasi compiuta democrazia in Firenze. Ma poiché i grandi non sapeano darsi pace di queste innovazioni e minacciavano, si pubblicarono contro di loro gli Ordinamenti di giustizia, si volle che soli i veri esercenti delle Arti potes-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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