Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO QUINTO. ' 209
      invidie di uomini da meno di laiad Empoli, dove delle prove stupende del suo valore. Poi, nemico del riposo, scrisse ai Dieci gli consentissero di cacciar via da San Miniato al Tedesco gli Spagnuoli che lo aveano per forza occupato, e vi andò, e combattè virilmente, ed ebbe la terra', e' con lo-> devole virtù e costanza la salvò dal sacco de' soldati.
      Il duca d'Orange, che non aveva fin allora tentato alcuna impresa di proposito contro Fiienze, ai 10 di novembre, in una serata oscura e piovosa, ebbe in mente di scalar la città dalla porta a San Niccolò fino a quella di San Frediano: ma le scolte erano vigili, ed ebbe a ritirarsi con vergogna e senza prò. Pativasi nel campo nemico di vitto-vaglie, e rincoralo da questa novella, un mese dopo Stefano Colonna tentò di sorprendere a Santa Margherita a Montici lo Sciarra Colonna suo parente e suo mortale: nemico; gl'imperiali sopraffatti perdettero nel primo assalto gran numero di gente; vi accorsero in aiuto il duca d'Orange e il Gonzaga, ma sopraggiunte altre genti fiorentine raddoppiarono i colpi, e sarebbe stalo sbaragliato il campo se l'iniquo Buglioni, suonando troppo presto a raccolta, non avesse fatto andar fallita un'impresa che avrebbe tronca, ai dir degli storici contemporanei, la guerra con una sola vittoria-
      Anche altrove erano andate fin allora prosperamente le cose pclla repubblica; il Ferruccio, tagliala la via di Monto-poli a Pirro Colonna, lo avea rotto e scemalo di parecchie genti ; Firenze ne traeva argomento a bene sperare, gli animi si rinvigorivano, si esaltavano nel pensiero della patria salvala dai loro sforzi. Ma stavano per venir giorni nefasti; Mario Orsino e Giorgio Santa Croce, valenti capitani, muoiono sotto San Miniato d'un colpo di colubrina scaglialo da Giramonte; nei consigli era perturbazione e discordia ; nell'esercito alcuni disertavano le bandiere; per difetto di milizie con improvvido pensamento si sguarnivano Prato e Pistoia, e la città intanto, accerchiala da tutte le parli di rimici e di formidabili artiglierie, cominciava a patire di vit-tovaglie, che a stento inviavate il Ferruccio; ella era per giunta straziata dalla pestilenza. Gravi sospetti pesavano sulla condolta di Malalesla Baglione , e parvero mutarsi in certezza di perfidia, quando lo si vide abbandonar l'antica-Storia dei.li Toscana liLjOOQle


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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