Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      il Consiglio dei settanta aveaho scelta una commissione iri cui entravano anche le Ani minori, per nominare agli offici finché fosse riordinato il gran Consiglio. Corse in quésto mezzo rumore, forse sparso ad «irte, che i Medici si riac-1 costavano minacciosi a Firenze, e il popolo furiosamente si ammotlinò Milla piazza del palagio, proferendo Orribili grida; Niccolò Capponi, per far fronte al nuovo pericolo, si slanciò Sulla ringhiera, persuase al popolo Che il ritorna dèi Medici era un sogno , disse del pericolo in che versava la repubblica, lo esortò alla quiete, promise che riunirebbesi tosto in palazzo (ina pratica per riaprir la sala del gran Consìglio é p$r dare il governo nelle mBni del popolo. Altissime grida e confuse di consiglio, di popolo, di libertà furono la risposta al suo parlare; e il consiglio fu ristabilito j e vi si crearono def duemilacinqueceuto Cittadini riuniti gli diodi balìa, il Consiglio degli ottanta e i Dieci di libertà ; fu statuito che il gonfaloniere fosse annuo, e che per due votte potesse esser confermato; Niccolò Capponi, uno dei Dieci di libertà , fu gridato goiifaloniere, e i Medici si accostarono» volentieri a lui, perchè la fazione popolana avrebbe voluto Baldassarre Carducci, uomo risoluto e violento, il quale o-dìava i Medici, ed era capace di ogni avventato proposito.-La tecchia signoria cesene il luogo alla nuova; cinque sindachi del «talune ebbero cura «h-l danaro pubblico, e levarono un'imposta, che pesò più che sugli altri, sui parti-1' giani del papa e dei Mudici'
      Il partito moderalo plnuiiì alla elezione del Capponi, ma il popolo,, cui sordamente agitavano i libertini e gli uomini violenti, tremava ,, e minacciava di precipitare a risoluzioni estreme.
      Dosiderosa la repubblica di serbarsi amica alla Francia, ricordando sempre i «letti profetici del Savonarola ', prese ai suoi soldi le faino e BanJi: nerechc avi-ano scia ilo gloriosamenU sotlo il signor Giovanni de' Medici, morto a Mantova di ferita nel 1526, ricusò al viceré di Napoli la lega e la neutralità cogl'imperiiili, si strinse a Francesco I, e volle perfino, ina indarno,, piegar Siena, che teneva per l'imperatore, alla Francia. La fazione degli Arrabbiati non cessava di opporre
      1 Gigli con gigli doi'er fior-ire.


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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