Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč

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      192 storia della toscanane scrive al Vettori : « Pare che ciascuno cominci a rico' noscere in lui la felice memoria dell'avolo. Perchč sua Magnificenza č sollecita alle faccende , liberale e grato nell'udienza, tardo e grave nella risposta ; il modo del suo conversare č di sorta che si parte dagli altri tanto che non vi si conosce dentro superbia; nč si mescola in modo che per troppa familiaritą generi poca riputazione. Con i giorni suoi ugnali tiene tale stile che nč gli aliena da sč, nč' anche dą loro animo di fare alcuna gievenile insolenza. Fassi iusomma ed amare e reverire, piuttosto che temere, il che, quanto č pił difficile ad osservate, tanto č piti laudabile in fui ». Questo ritratto, a giudicarne dalle azioni, č sembrato uscir dai confini del vero; e siccome il Vettori stava a Roma-e scrivevagli il Machiavelli di dar questi particolari al pontefice, fu da taluno accusato il nobile scrittore ch'egli iuten-' desse a mettersi in grazia di Leone.
      Creņ Lorenzo un consiglio di settanta cittadini a vita come ai tempi del Magnifico, e alle Arti minori fu dato- di entrarci per una quinta parte, quantunque l'antico uso volesse che vi entrassero per un quarto. Fu anche ripristinalo il consiglio dei Cento, che dovevano trarsi a sorte ogni sei mesi, e che insieme coi gonfalonieri stali, deliberava le imposte, le leggi e tulli i negozi- pił importanti, dopo essere stuli approvati nel consiglio dei Settanta, che dipendeva affatto dai Medici. Per salvar le apparenze della perduta libertą, di tanto in tanto si convocavano gli antichi consigli del popolo e del comune, e in questi si toglievano ad esame le petizioni dei privati quando gią fossero state approvate dal consiglio de Settanta. Fmalmcnfe a vece dei Dicci di li-fa ria s'istituirono gli Otto di pratica. Per dar polvere negli occhi al popolo si rinnovarono gli spassi carnevaleschi vietati dal Savonarola, e per lutto si tolsero le anni d§l comune per sostituirvi quelle dei papa.
      In questo tempo nacque disputa di confini fra quei di B.irga e i Lucchesi; dal qual caso trassero pretesto i Fiorentini di mover guerra a Lucca, e condottala con fausti au-spicii, ripresero loro Motronc e Pietrasanta '.
      ' I Fraticeii, eh; l'unno prima, aiutati dai Venei'aui, erano rientrai ia Lo,ubar ia, quest'anno ne sgombrarono per furia; e Leo.ie X, •!ie are** »ią in mano Reggio, Parma e Piaceaza, comprņ dall'iinpera-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisč
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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