Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO QUINTO. 185
      «ero e Si armarono sotto diversi capitani ed insegne moltissimi fanti dai sedici ai cinquantanni per addestrarli nell'arte della guerra, e quantunque si affacciassero molte difficoltà prima di dare a questo disegno forza di legge, net dicembre del 1506 la legge fu vinta nel gran Consiglio. Allora si creò la magistratura dei Nove la quale soprastasse alle milizie e ali' ordinanza ; fu scelto un corpo di dieci «oila cittadini in tutto il contado fiorentino, si vesti dei co-Jori dello stemma del comune, si armò con archibugi cbe si fecero venir di Alemagna , e in tutti i dì festivi si volle occupato in esercizi ed armeggiamenti.
      Anni 1509 dell'E. V. ~ Tentarono finalmente i Fiorentini, or rhe tutto il pondo della guerra italica schiacciava la repubblica di Venezia, tin' ultima impresa contro Pisa, cui i lunghi e generosi conati aveano ridotta in estreme angustie. Per meglio riuscir all' intento fecero un trattato coi fiUcchesi affinchè non la soccorressero, e pagarono al re di Francia e a Ferdinando d'Aragona e di Napoli grossa somma di danaro per ottenere il beneplacito di agir liberamenteNon potendo più giovare alla patria col ministero, volle almeno giovarle cogli scritti, e certamente men trista sorte sarebbe toccata a Firenze e all'Italia se le sue parole fossero state ascoltate.
      Quantunque i Medici lo avversassero, soventi volte ricorsero ai suoi consigli, e se n* valse Leone X e in special moilo Clemente VII in delicatissime missioni. Morì nel i5a} di giiigno, e in questo gli fu amica la morte, perchè gli tolse di vedere l'ultimo eccidio della sua patria, che però egli aveva antiveduto, sciamando.1 La buona fortuna tiei Francesi ci ha fatto perdere la metà dello stato; la cattiva ci farà perder la libertà.
      Egli fu poeta, moralista, autor comico, strategico, diplomatico, politico, jtorico prof>ndo; e in tutte discipline fu grande. Come srorico però vince di gran lunga i suoi pre tecessori, si tien dietro i moderni; egli primo scrisse la storia delle passioni umane, penetrò ben addentro nei labirinti del cuore, ne descrisse le sozzure, le viltà, le fraudi, ne manifestò il lato vizioso. Egli non guidò gli uomini p*r roano sulla via della virtù, ma tenne diversa via; pose loro innanzi agli occhi una fiaccola, affinchè la via del vizio a quello splendore apparisse in tutta- la sua lubricità, affinchè gl'incauti ne avvertissero gli scogli e le brutture, • scegliessero l'opposto sentiero, pieno di triboli, m£ conducente a glo« ria vera e perfetta..
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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