Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      stoRia delIa toscanaLa morte del Savonarola prostrò per un momento Tati-dacia del suo partito, cui toccarono insulti, spregi e calunnie; poi riprese animo e riacquistò la prima autorità ; non fa alterata la forma del governo , il consiglio maggiore si
      censore ; deliberato di farsi banditore di solenni verità in un secolo ch'egli redera ruinare alla mqllizie e alla immoralità, si chiuse per alcun tempo in un convento di Lombardia, e ostinandosi sui libri e nelle meditazioni , tornò di nuovo a tuonar dal pulpito c onsigli e minaccio. Ilei i4&9 era 'n Firenze e nel convento di San Marco dava lezioni e predicava, e gridava ai Fiorentini: ti Io debbo predicare perchè Dio m me lo raocomanda per lo utile vostro', la corruzione che ri circonda »» trabocca, e Dio mi rivela i gastighi che vi sono riserbati, se non ab-»> bracciate una vita più costumata e più cristiana, nEbbe carattere sdegnoso d'inchinarsi all'orgoglio fortunato^ e ne dife prora a Lorenzo de' Medici in più circostanze.
      Dopo la cacciata da Firenze di Piero de* Medici il Saronarola, dato libero corso alle sue opinioni politiche, presentò alla signorìa una nuora forma di reggimento popolare; e poiché gran numero di cittadini dorerà prenderri parte, a suo consiglio fu costruito il salone nuovo nel palano dei Priori- Ma il $uo ardimento, la soverchia libertà uel combattere la potenza dei Medici e le ingiustizie e le sregolatezze dei grandi, a qualunque gerarchia appartenessero , se gli procacciarono l'amore del popolo, gli crebbero a ribocco l'odio di coloro che sentivansi qolpiti dai suoi anatemi. Tanta fu la forza della sua eloquenza fulminea che per lui ebbe Firenze Ip spettacolo di due fazioni c he si dissero dei Palle-schi e dei Piagnoni , significanti questi la democrazia predicata dal frale quelli l'oligarchia sostenuta dai Medici. Una dolorosa contesa insorta dal pulpito tra religiosi di San Marco e religiosi di Santa Croce, lo condussero nel maggio del i498 alla dura morte che abbiamo narrata.
      E un fatto notevole, che prova la fretta dei nimici del Savonarola a torlo di mezzo, la lettera di Luigi XII re di Francia alla signoria di Firenze, del dì \ giugno dello stesso anno, colla quale lo prega di sospendere l'esecuzione della sentenza contro il Saronarola da lei carcerato finché egli non abbia manifestate le sue intenzioni. Il re scrirera quando già le ceneri dell'illustre frate erauo state trarolte nei Tortici dell' Arno. Questa lettera si conterrà nell'Archivio delle Riformagioui.
      Il popolo pianse morto colui eh? aveva insultato viro ; i suoi partigiani lo chiamarono martire, lo dissero perfino santo. Raffaello d'U»-hiuo, nella sua stupenda dipintura della Disputa del Sacramento nelle sale del Vaticano, lo pose fra i dottori della Chiesa universale, e Giulio II pontefice, che allogava questo dipinto all'Urbinate, parre significare in questo modo la innocenza del Savonarola. Sappiamo altresì che Santa Caterina de' Ricci arevalo in gran renerà/ione, che più tardiLjOOQ
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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