Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo quinto. 171
      Qui si manifestò la gran distanza che correva da Pietro a Lorenzo, veggendusi chiaramente che il figlio intese con queste mosse ad imitare il padre. La ignominiosa ferita fatta all' onore della repubblica, concitò altissima indignazione in tutta Firenze, e s'udivano per ogni via querele acerbe e stimoli pungentissimi a levarsi in libertà, e a cacciar quell' indegno, che senza un decreto dei magistrati, senza il consiglio dei cittadini avea disposto arbitrariamente dello stalo; e quando Piero giunse iu Firenze per racchetare il tumulto , gli fu chiuso in faccia il palazzo de'Signori, fu dichiarato ribelle con tutti i suoi, e obbligato a fuggire. Così finiva nella casa Medici il principato della repubblica, inaugurato dalla prudenza di Giovanni de'Medici, solidamente stabilito da Cosimo, e continualo con insidiosa e sottile pertinacia nei suoi successori fino al 1494.
      11 popolo infuriato saccheggiò due palazzi medicei; furono richiamali in palria i Neroni, i Pazzi e i principali cittadini che stavano a confine, e si pensò a riformare su basi più larghe lo stalo; ma Carlo, dopo breve stanza in Pisa, che aveva incorata nella sua ribellione contro i Fiorentini, lasciatovi un presidio s'accostava con rapidi passi a Firenze, e vi entrava nel novembre del 1494. La signoria, ad argomento d" onore, andò a riceverlo alla porta sotto un baldacchino; il vescovo , il clero, il popolo fecero segni di lieta accoglienza , ma il dispetto non era minore della maraviglia a vedere il piglio arrogante di Carlo, le nuove fog-gie degli Svizzeri, le loro lunghe alabarde e le artiglierie da campagna, che i Francesi aveano rese mobili prima l'orse d'ogni allra nazione. I cittadini più teneri della salvezza della loro patria aveano per giunla raccolto nelle loro case quanti polevano contadini, artigiani e lavoranti, apparecchiati a uscire in armi al primo tocco della campana del comune; i condottieri stessi delle milizie repubblicano stavano dentro le mura, parati ad ogni evento, cosicché non parea che i Francesi potessero quietamente impor leggi a chi non era disposto a lasciarsele dettare.
      Ito a smontare al palazzo Medici in via Larga, cominciò Carlo a trattare coi commissarj della signoria, e le sue prime domande furono insolenlissime, fino al punto di voler essertj


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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