Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      170 storia delIa toscanaavea private ragioni per esser disgustalo del re Ferdinando è dei Fiorenlini. Lodovico Sforza, deliberalo di minare la casa d'Aragona, contando poco sul pontefice e meno sui Vene-ziani, meditò un disegno più scellerato, e voltosi a Carlo Vili re di Francia, lo slimolò a calare in Italia per conquistare un regno che dicevagli esser suo per diritti ereditali da Renalo d'Angiò. Carlo, già prima riscaldato dal pontefice Innocenzio Vili, alla dolce proposta, tenero di gloria e temerario, apparecchiò, in onta ai consigli dei savi, un esercito poderoso e fermò di valicar le Alpi.
      Questa tristissima novella sconcertò gli amici e i nemici di Lodovico Sforza, nè andò gran tempo che egli slesso ebbe paura dell'opera sua ; perchè Carlo , assestale con grandi sacrifizi le controversie cbe aveva colla Spagna e coll'impero, calò in Italia, e spedì ambasciatori a tulli i principi per chieder libero il passo e vettovaglie; ai Fiorentini poi chiedeva alleanza e soccorsi ; ma Pietro Medici, risoluto di starsi co* gli Aragonesi, negava ogni cosa e consigliava la repubblica a resistere ai Francfìj, a dispello delle simpatie che aveano sempre avute i Fiorentini per essi, per via dei commerci e pel ricordo dei recenti danni sofferti dal re di Napoli. Carlo pel Monginevra riuscì a Torino e ad Asti; poi giù pegli Appennini s'accostava al dominio fiorentino, toglieva per forza e con gran fatica Fivizzano, Io saccheggiava, ne uccideva gli abitanti , e avventatamente procedeva oltre. Sarzana e Sarza-nello resistevano, quantunque fulminate dalle artiglierie, allorquando la imprudenza, o se meglio si voglia dire, la viltà di Pietro de'Medici, condusse a mal partito le cose. Erasi Pietro fatlo esoso all' universale dei Fiorentini per aver provocato il re e per non aver provveduto gagliardamente alla tutela del paese ; laonde egli, temendo imminente un inumilo, con precipitato consiglio, andò incontro al re presso Sar-zane'.lo, se gli gillò ai piedi, consentì vergognosamente a tutte le pretese di lui, insolenti,, incomporlevoli; gli cedella le fortezze, che erano chiave del dominio fiorentino, fin quella di Pisa, gli promise danaro, gli assicurò la via per la Toscana e gli rimosse ogni ostacolo dal lato della Romagna', epa gravissimo danno eziandìo del re di Napoli che era pur suo alleato.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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