Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      162 storia delIa toscanamodesti cittadini il tristo esempio del lusso, dei piaceri, dei vizi ostentali da una corte rom' era quella sforzesca, veramente corrotta, in una città che poco prima vantava severità di costume, parsimonia di villo, modestia negli abili, operosità e costanza nel lavoro.
      I Medici studiarono le molli tendenze del popolo e seppero farne loro prò; l'autorità si ristrinse ogni di pili nelle mani di pochi; si elessero cinque cittadini, detti accoppiatori, i quali insieme colla signoria, dovevano eleggerne quaranta, cui fu dato facoltà di nominare il consiglio dei Dugento. A questi poi si dette l'officio di far tutto quello che doveva fare il popolo riunito, tranne di levare il catasto e la decima. Il consiglio del comune e quello del popolo furono annullati. I Fiorentini si accostavano alla servitù.
      A Paolo II era successo Sisto IV, il quale, per conciliarsi l'affello della famiglia Medicea, nominava Lorenzo suo tesoriere generale, gli dava in affitto le ricche allumiere della Tolfa nel Viterbese, e lo presentava di bellissime anticaglie, di cui sapevalo tenerissimo ; fu dello che il pontefice intendesse a procacciare uno stato ai suoi parenti, Pietro e Girolamo Riario; ma lo scambio di qnesli afletti ebbe corta durala, forse perchè il pontefice non volle crear cardinale Giuliano fratello di Lorenzo ; e non passò gran tempo che apparvero segni d'inimicizia manifesta fra loro.
      Anni 1472 dell'E. V. — Per cagione di certe miniere d'allume a C.istclnuovo in Val di Cecina, affiliate dalla signoria di Volterra a un privato, erano insorte nel 1472 gravi dissidii nella città; poi infiammandosi viepiù gli animi vi si venne in aperta discordia e a una gran rivoluzione nel governo. Era Volterra alleala più che suddita della repubblica fiorentina , e solo pagavale ogni anno la decima parte delle sue entrale, e ogni sei mesi ne riceveva un podestà. I Fiorentini vollero impacciarsi di questo fatto e rintegrare nel possesso delle miniere gli antichi linaiuoli scacciali dai Volterrani, ma questi se ne risentirono con aspri modi, nè vollero dar retta a Lorenzo che li ammoniva a piegarsi; laonde Lorenzo, ad onta dei consigli più mili di Tommaso Sodarmi, deliberò che 1 rivoltosi fossero sottomessi colle armi.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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