Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

Pagina (132/378)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      , 132 storia della toscanalo passato* la signoria entrò in officio. Cosi Michele di Landò, ad argomentò della fiducia che riponeva nella sua au^ lori ti e per farla nascere nei suoi concittadini, volle coi slioi compagni prender solenne possesso della magistra tara.
      Nulladimeno era parso alla plebe che nella riforma dello sfato Michele avesse fatto più larga parte ai popolani maggiori o scioperati, e che a lei iion rimanesse autorità bastante per mantenersi e per difendersi; laonde colla solita baldanza tornò ad armarsi e tumultuando, sotto i suoi gon* faloni, còrse in piazza , gridando cbe i signori scendessero sulla ringhiera per deliberare attorno al pubblico bene. Il gonfaloniere biasimò il modo arrogante e confortò i faziosi a por giù le armi, assicurandoli che avrebbono ottenuto di quieto queHo che per forza la signoria non avrebbe potuto concedere senza far onta alla sua dignità ; della qual risposta la moltitudine si sdegnò, si ridusse a Santa Maria Novella, e, fattasi stanza nel secondo chiostro della cappella di mes-ser Agnolo Acciaioli vescovo allora di Firenze, creò otto de'suoi, due per quartiere, che furono chiamati gli Otto di S- M- Novella, pfer riformare lo stato, e dette loro collegi o consiglieri in numero di sedici bonommi, talché la città aveva allora due leggi, e da due principj diversi era governata. Questi capi, che noB avevano la sanzione dell'universale, decretarono che otto, scelti dalle corporazioni dplle Arti, andassero ad abitare in palazzo, e confermassero colla loro approvazione tutto ciò ehe la signoria deliberasse, e a Sal-vèstro dei Medici, che aveano dichiarato cavaliere, e a Michele di Landò tolsero tutti i privilegi che aveano già concessi; per validar poi queste deliberazioni mandarono due di quei loro otto con un no'tajo a palazzo, i quali, armati ed insolenti, ruppero in acerbi rimproveri e in male parole, e comandarono ai signori di giurare la conferma delle petizioni del popolo-
      Michele di Laudo, che fino allora s'era mostrato paziente, forse perchè non aveva pronti i soccorsi sui quali faceva assegnamento, a tanto oltraggio non potè più tenersi e traboccò; colla spada in pugno corse addosso a que'due che fuggivano, ma ito in fretta ad armarsi, li raggiunse aLjOOQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

Pagina (132/378)






Michele Landò Michele Santa Maria Novella Agnolo Acciaioli Firenze Otto S- M- Novella Arti Sal-vèstro Medici Michele Landò Laudo OOQle