Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo tebzo.
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      siglio sarebbe sialo, allora che gli animi erano bollenti, voler porre alla testa del governo cittadini di gran nome e di grandi ricchezze, volle dar opera subito a comprimere gli eccessi dei faziosi, per poter poscia ricomporre i magistrati ad arbitrio del popolo, e risolutamente si oppose alle pratiche ambiziose degli Otto e dei loro compaghi. Primo atto della sua potestà fu quello di far serrare le porte cittadine, acciò dal contado niuno venisse di notte a suscitar nuovi tumulti, e comandò al popolo di starsi tranquillo ; poi bandi pubblico parlamento in piazza, colle solennità consuete, ed egli in mezzo alla gente armata, a grida di popolo, si fece confermar gonfaloniere di giustizia fino a tutto l'agosto prossimo, desideroso di imprimere alla sua dignità quel carattere legale che emana dal consentimento delle moltitudini ; nel medesimo tempo significò a quello stesso popolo che davagli il potere, aver egli animo di esercitarlo con giustizia e con rigore contro i disobbedienti e i perturbatori, e fece rizzare rimpetto alla ringhiera le forche. La plebe, alla vista del patibolo, fu presa da ferocia brutale ; corse alle case di Nuto da Castello, che la signoria vecchia avea fatto venire come bargello a condannare i rei dei primi incendj, e per odio che gli portavano, lo appiccarono, lo squartarono, gli fecero ogni maniera di vilipendio e di strazio. Questo fallo contaminò il trionfo dei Ciompi, ed avrebbe altresì infamalo il nome di Michele di Landò, se ne fosse stalo complice, e se non avesse fatto opera di impedirlo ; ma egli dimostrò in seguito che a quelle atrocità non aveva dato mano, e che accordando una vittima al popolo, aveva voluto stornare più gravi mali dalla patria^Tornato ih palagio, di comune accordo coi capitani di Parte e cogli Otto della guerra, coi sindachi delle Arti e del popolo minuto, Michele ordinò lo squittinio dei nuovi priori, i quali non si estrassero dalle borse, ma furono eletti a pluralità di voli ; e volle cbe se ne traessero tre dalle Arti maggiori, tre dalle minori, e tre dalle due Arti nuove aggiunte a le quattordici minori che comprendevano lutto il popolo minuto. Si elessero poscia i nuovi gonfalonieri di compagnie e i dodici bonomini, e al suono di tutte le campane, prestato il giuramento e arringato il popolo, come solevasi per


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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