Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      126 storia della toscanagonfaloniere, sperando in lui tanto ardimento da scuotere il giogo della parte guelfa, e gli si stringevano attorno, e ne avevano buone promesse.
      Anche la parte guelfa, conoscendo qual uomo fosse Salvestro, pensò di procedere risolutamente; e veggendosi venuta in odio all'universale dei cittadini per le soverchie violenze, deliberò di cacciar via la parte contraria, di ammonir Salvestro e di riformare lo stato ; nulladimeno, a dispetto delle pratiche, degli intrighi segreti e delle vituperevoli astuzie, nel maggio dell'anno stesso ebbe Salvestro il gonfalone di giustizia con gran commovimento d' animi dall' una e dall'altra parte.
      I capitani guelfi, che non ignoravano le risoluzioni e le vaste aderenze del nuovo gonfaloniere, scesero alle pratiche con lui, e fu stabilito che non si ammonisse piti alcuno se Ghibellino non fosse; che più di tre volle non si squittinasse, e che gli ordinamenti di giustizia contro i grandi si rinnovassero. Si pensò quietare in questo modo la tempesta; e di vero i capitani, finche durò l'officio loro, si comportarono con più moderazione; ma quando si trassero a sorte i nuovi, vollero questi far prova di ardimento coli'ammonire due cittadini, e la proposizione, quantunque messa a partito tre volte, non fu vinta. I nuovi capitani, adirali per ciò, fecero eleggere altri ventiquattro cittadini e ricominciarono lo squit-tinio, ed anche questa volta invano. Allora Bettino Ricasoli, capo del magistrato, fatto chiudere il palazzo, protestò che niuno uscirebbe, e con temerarie parole gridò che ad ogni modo que'due sarebbero ammoniti. Il partito si rinnovò ventitré volle, e a notte avanzata per stanchezza e per viltà fu vinto.
      Questa violazione della legge destò l'indignazione di Salvestro e dell' universale, e consultato tra i principali cittadini ai modi di fiaccar l'insolenza dei Guelfi, fu stabilito che si rinnovassero ordini severissimi contro i grandi, escludendoli dai pubblici officii ; che si tarpasse l'autorità ai capitani e che gli ammoniti si invocassero negli antichi diritti. Proposta la legge e mandala a partito, pei maneggi dei grandi e dei capi guelfi, dopo gran tumulto di grida e di parole imprudenti, non fu vinta; Salvestro, vislo che la leggeLjOOQle


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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