Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

Pagina (117/378)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      capitolo tk1zo. iliper scoprirsi. In que'giorni, per via d'una rissa nata fra gente del popolo, fu fatto credere agli Albizzi d' essere assalili dai Ricci, a questi da quelli, e tutti da una parte e dall' altra coi loro consorti e aderenti uscirono in arme, e volevano ad ogni costo azzuffarsi, se non che s'intromisero i magistrati e vennero a capo di frenarli, non di attutirne le ire ; in fatti più tardi per nuove paure e per nuovi argomenti si esacerbarono.
      Anni 1358 dell'E. V. — Uno della famiglia Ricci, essendo dei priori, mal soffrendo la riputazione crescente degli Albizzi e le ricchezze che avevano più di lui, pensò come umiliarli, e propose io consiglio si rinnovasse una legge del divieto, già caduta in disuso, che ai cittadini Ghibellini o non veri Guelfi si diniegasse l'esercizio di qual si fosse magistrato ; ma gli falli il disegno, imperocché Piero degli Albizzi si dette a favorir questa legge per stornare ogni dubbio sul conto suo, e n'ebbe lode e avviamento a futura grandezza, come quello, che essendo dei capitani di parte guelfa, cui la esecuzione della legge era stata affidata, seppe mirabilmente giovarsi della cresciuta autorità. Quei cittadini che erano da questo tribunale accusati di ghibelli-
      1 Temer .si in Italia della calata di Carlo IV imperatore, sul quale confidavano i Ghibellini. Era questi marchese di Moravia e figlio di quel Giovanni re di Boemia dì cui toccammo già in queste storie; infatti Carlo •cese le Alpi nel >354, sperando trovar di qua da1 monti eserciti numerosi per sostenerlo; ma le belle speranze andarono fallite. Venuto a Mantova, videsi attorno bel corteggio di principi, ma non vide soldati; dispettosamente si volse allora a Milano, visi fece coronar re d'Iulia, mosse alla voltadiPisa ghibellina, e n'ebbe dai cittadini discordila signoria. Da Firenze per liberarla dal censo volle prestazione digiuramento,eciòcbestavagli più a cuore, diecimila fiorini d'oro; ma il comune protestò per ambasciatori che il giuramento non dovea pregiudicare alla sua libertà. Nel 1369 promise finalmente di nonmolestarla repubblica fiorentina e quella di Volterra Coi loro contadi sua vita durante. A Siena abbassò il governo dei Nove, cui fu sostituito quello dei Dodici ( popolani ) da mutarsi ogni due mesi. A Roma ebbe la corona imperiale, e tornato a Pisa ne fece signore il patriarca d'Aquileia, suo fratello naturale; ma avendo presa dai Lucchesi una somma di danaro per sottrarli al dominio dei Pisani, le poche sue truppa furon da questi battute, ed egli vergognosamente ripassò le Alpi.
      LjOOQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

Pagina (117/378)






Albizzi Ricci Ricci Albizzi Ghibellini Guelfi Piero Albizzi Italia Carlo IV Ghibellini Moravia Giovanni Boemia Carlo Alpi Mantova Milano Iulia Pisa Firenze Volterra Coi Siena Nove Dodici Roma Pisa Aquileia Lucchesi Pisani Alpi OOQle