Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      100 stobu dilla toscanapromesso un tributo di tremila fiorini l'anno, con gran dispetto de'Fiorentini; avea preso alcune terre della Garfa-gnana, guastato Fucecchio, Santa Croce e Castel-franco ne! Valdarno di Sotto, ed ora, perchè i Pratesi non gli volevano, come Pistoia, pagar tributo, moveva contro a loro con numerosa oste di Lucchesi e di Pisani. I Fiorentini deliberarono di soccorrere ad ogni patto la terra minacciata, e cavalieri e popolo, e quanta aveano gente scritta le Arti, con grande sforzo si condussero ad oste, si cbe sommarono a ben ventiduemila combattenti. Castruccio però, senza tentare la fortuna della battaglia, levò il campo e si ridusse a Lucca in salvo ; ciò che non sarebbegli avvenuto se i Fiorentini, che oggi si chiamerebbero de'moderati, si fossero trovati concordi a mandargli gente dietro, come i popolani più risoluti avrebbono voluto.
      Per questa discrepanza di pareri nel campo, Ievossi nuovo tumulto anche in Firenze ; il popolo vociferò male parole, poi scagliò sassi contro i grandi, e contro il palazzo della signoria accusandola di debolezza ; il perchè fu forza cedere, e ir di nuovo contro il nemico ; ma il partito preso tardi e con malavoglia dai nobili, fece inutili le mosse e copri di vergogna il comune. Il popolo vie più sdegnato infuriava, e i nobili temendo di mali peggiori persuasero ai magistrati di non mantener la fede data agli usciti guelfi di rimetterli in città, se fossero venuti a combattere per lei nella fazione di Prato. Presentirono però questa deliberazione que' fuorusciti, e vi sarebbono entrati per forza se il popolo in armi e al suono delle campane non si fosse ordinato sotto i gonfaloni e non avesseli rispinti. Tornarono nulladimeno gli usciti a pregare i signori che non volessero fallire alle loro promesse, che ricordassero i pericoli corsi da loro a prò della patria comune, che non si macchiassero di sì nera ingratitudine ; poi veggendo inutili le preghiere e gli accordi, con alcuni nobili loro consorti e con altri dei grandi convennero di ripresentarsi armati alle porte, che dovevano esser loro aperte a tradimento. Il popolo ebbe seniore del movo tentativo di que'di fuora e di que'di dentro e stette in guardia con più vigilanza cbe mai; fiaccò agli uni e agli altri l'ardire di far novità, e se Io sbigolti-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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