Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      98 storia della toscananeta falsa di conio fiorentino, senza che alcuno se ne lagnasse. » Grande veramente e misera città, sclama un profondo storico, la quale nè la memoria delle passate divisioni, nè la paurad'Uguccione, nè l'autorità d'un re avevano potuto tener ferma, tanto che in malissimo stato si trovava, sen-do fuori da Uguccione corsa, e dentro da Landò d'Agob-bio saccheggiata ». E questo storico è il Machiavello, che, vinta ogni storta preoccupazione, vorremmo vedere per le mani di tutti i giovani Italiani; essi v'imparerebbero quello che a danno nostro v' imparano studiandolo indefessamente i nostri nemici mentre ce ne vietano la lettura per tenerezza ipocrisiaca della nostra innocenza.
      Anni 1316 dell'E. V. —¦ Ma la soverchia crudeltà di Uguccione, fattosi tiranno di Lucca e di Pisa, avea indignato quei cittadini, i quali aspettavano opportunità a ribellar-glisi. Uguccione, geloso del favore dei Lucchesi verso Ca-struccio, avea deliberalo di disfarsene, e al proprio figlio Neri, che per lui reggeva Lucca, aveva dato ordine di arrestarlo con qualche pretesto. Obbedì il figlio d'Uguccione, ma non osò ucciderlo senza la presenza del padre ; il quale corse da Pisa a Lucca per compiere egli il tristo disegno. Pisa, che odiava Uguccione per fresche crudeltà esercitate sopra vari suoi cittadini, appena partilo, si levò a rumore, ne uccise i fautori e gli amici, e dette il governo al conte Gaddo della Gherardesca ; la novella di questo caso pervenne a Lucca, nel tempo appunto che il popolo tumultuante richiedeva si liberasse Castruccio, e Uguccione, vista la mala parala, fecelo trarre di prigione e mostrare, cosi legato com'era, alla moltitudine. Allora si che il popolo non si tenne più, e fattasi arme d'ogni cosa , costrinse il tiranno colla famiglia e colla sua gente a fuggire in Lombardia presso Cane della Scala. Castruccio fu gridato signore di Lucca per un anno, e perchè era giovine di animo costante e risoluto, e celebre per belle gesta guerriere, in brevissimo tempo diventò prìncipe de'Ghibellini in Toscana , con nuovo spavento del comune di Firenze, cui re Roberto consigliò, per meglio apparecchiarsi agli evenli d'una guerra futura, la pace coi Lucchesi e coi Pisani.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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