Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      cucitolo secondo. 93
      grandi, secondo cbe gli pareva giovarsene meglio ai suoi disegni, ma nel fatto avverso ai popolani, era centro pericoloso di tumulti e capo di uomini smoderali e avidi di novità- Fu detto che meditasse di farsi tiranno della patria, e a crescere negli animi timorati la persuasione di queste voci, contribuiva la insolenza del viver suo che trapassava ogni civile misura, l'alleanza contralta con Uguccione dellla Faggiola potentissimo di parie bianca e ghibellina, e le continue pratiche segrete che aveva con lui. Odiato da molti, gli si dette palesemente un'accusa al cospetto del capitano del popolo, e perchè non comparve, fu giudicato ribelle e condannato nel capo ; dopo questo avventato giudizio gli mossero contro , al suono della campana del comune, le compagnie del popolo, e messer Corso, che animosissimo era, senza sbigottirsi, fecesi forte nelle sue case, e ai colpi rispose coi colpi e con le uccisioni ; poi, veggendosi vinto dal numero, e dalla viltà degli amici abbandonato, fece impeto contro gli assalitori, li sbaragliò e si schiuse una via per alla porta alla Croce; ma fuggendo verso Hovczzano, fu sopraggiunto dai soldati catalani del comune alla Badia di San Salvi, rovesciato dal cavallo e morto d'una lanciala nella golaLa città cominciò a riposare e visse quieta finché non corse certa la voce che Arrigo di Lussemburgo, imperatore, in cui fidavano i fuorusciti fiorentini, slava per calare in Italia con animo risoluto di riporli in patria. Gli altri comuni della Toscana erano però in continue discordie cittadinesche, e combattevasi in Prato, in Arezzo, in San Miniato, in San Gimignano. Pisa sola durava pertinacemente nelle parli dell'impero e faceva voti per Arrigo, desiderosa di vendicarsi dei Fiorentini.
      Luttuose guerre civili agitavano eziandio la Italia superiore e aveano rotta la famosa lega lombarda che fiaccò già con mirabile sforzo la potenza imperiale ; sarebbe stato que-
      i ii figlio di Corso Donati area sposato una figlia di Uguccione.
      8 Dino Compagni dice di lui che »» fu cavaliere di grande animo, gentile di sangue e di costumi, di corpo bellissimo fino alla sua vecchiezza, dì bella forma con delicate fattezze, di pelo bianco, piacevole, savio, ornato parlatore, e famoso per tutta Italia. Nimico fu dei popoli e dei popolani, amato dai masnadieri ( soldati ), pieno di maliziosi pensieri ed astuto >»
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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