Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo secondo. 91
      di Benedetto XI, un altro legato pontiGcio a Firenze, che fu il cardinal Niccolò da Praio , ed essendo uomo di rara perspicacia, di molto senno e dottrina, congiunta alla maestà del grado, trovò modo di sedare i tumulti, quantunque parteggiasse pei Bianchi e Ghibellini; nulladimeno si dette in sul bel principio ad accarezzare il popolo, ne riordinò le compagnie e gli dette maggior potenza, fiaccando l'orgoglio dei grandi; quando poi gli parve di aver dalla sua la moltitudine, pensò a far tornare in patria i fuorusciti ghibellini, lo che gli suscitò siffattamente contro il sospetto e I' odio dei più, che ebbe a tornarsene al papa, lasciando Firenze più agitata di prima, e piena di armi, di ammazzamenti e di terribili incendi; finalmente posarono le ire, più per sazietà del male che per unione che fosse tra i cittadini ; la parte che favoriva i Ghibellini non prevalse, e gli usciti non ebbero facoltà di rientrarePersuase il cardinale al pontefice che indarno sarebbesi adoperalo a rappacificar Firenze se non chiamava a Roma dodici dei più notevoli cittadini, per toglier esca all'incendio, e così fu fallo; era di questi mallevadori Corso Donati. Usciti costoro, il legato fece sapere ai Ghibellini, desiderosi di rientrare in patria, che quello era tempo di mandare ad effetto il loro proponimento, poiché non erano in Firenze i i capi della fazione avversa a loro, ed essi vi si accostarono, e superate le porte, si spinsero fino alla chiesa di San Giovanni ; ma quando furono visti armali e vogliosi di occupar per forza la città, quelli perfino che aveano perorato per loro, dettero di piglio alle armi, e stimando più la pubblica utilità che le privale amicizie, in accordo col popolo, li ricacciarono a gran furia, uccidendone alcuni, non pochi ferendone-
      1 A contemplano ne di questo cardinale, il primo giorno del maggio i3o4, fu dato sul ponte alla Carraia e lungo le rive dell' Arno quel tristo spettacolo che figurava l'inferno secondo l'invenzione di quel cervello ballano di Buffa)macco pittore. Uomini mascherati da diavoli, sopra un teatro eretto sul fiume, precipitavano nelle fiamme altri uomini che (accano la parte di dannati. Il ponte di legno era gremito di spettatori e rovesciò', moltissimi si annegarono; sicché, dice il Villani con brutto scherxo, il giuoco da beffe tornò da vero.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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