Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo rimo. 61
      mezzo alle comodità della vita, provarono l'amaro del pane attrai e tatti i dolori della miseria. Nata però guerra fra i Guelfi e i Ghibellini di Modena e di Reggio, qne'fuorusciti che valevano assai uell'esercizio delle armi, per amore della loro parte e per desiderio di avvantaggiarla, corsero a tentar la fortuna e combatterono valorosamente contro i Ghibellini ; arricchitisi delle spoglie di costoro, si formarono in schiera, che obbedì a Forese degli Adimari, prestante capitano, e colle ansie impazienti del profugo, aspettarono che il tempo offerisse loro il modo di usar le armi per ritornare in patria.
      Anni 1266 dell'E. V. — Ma le vendeUe, il sangue, le improntitudini sono strumenti perniciosi e fatali a chi li usi per piegare un popolo che sente la sua dignità; si maturavano appunto i tempi che doveano cacciar di nido i vincitori, per riporvi i vinti. I pontefici, avversi sempre alla casa di Svevia, per via del reame di Napoli, sul quale volevano supremazia, che tornava utile però all' affrancamento dei comuni italiani e dava sempre più all'Italia la speranza d'una vita individuale, avversavano in pari tempo i Ghibellini che ne sostenevano le parti. Le minaccie, le scomuniche non avevano potuto frenare il re Manfredi nelle sue intraprese ; il trionfo di Monteaperti, tutta la Toscana e tutta la Lombardia in mano ai Ghibellini, faceano temere che ormai si avvicinasse l'ultimo gionio per la fazione guelfa. Era morto Alessandro IV pontefice, e gli era succeduto Urbano IV, nato francese e d'indole più risoluta e più ferma del suo predecessore ; il quale Urbano, considerato il dibassamento della sua parte guelfa, predicò la crociata contro Manfredi, e chiamò alla conquista del reame di Napoli Carlo conte di Angiò e di Provenza, fratello di Luigi IX re di Francia. Clemente IV , francese anch'esso, e successore di Urbano (1265), non mutò proposito, e affrettò con ogni maniera di inviti e di sussidii la calata dello straniero in Italia. Investito dal papa del reame delle Due Sicilie in Roma, Carlo con un poderoso esercito giunse a Benevento sul cader del febbraio del 1266. Perfidia dal lato dei nimici, tradimenti fra i baroni pugliesi condussero a fine miserando il re Manfredi, il quale,
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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