Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      68 storia della toscanacielo, ma Dio avea predicato l'amore fra gli uomini, ed essi avevano risposto coli' odio fraterno al divino precetto.
      La mattina dei 4 settembre 1260, mentre l'esercito fiorentino slavasi in poca guardia, videro i capitani movere incontro al campo loro gran numero di fanti e di cavalli tedeschi in luti' allra sembianza che di amici, e ne rimasero sopraffatti; allora si accorsero del tradimento dei frati, e si pentirono dello aver posto fede in chi proponeva loro una viltà. Nulladimeno si dette nella marlinella, si ordinarono le schiere a battaglia e si venne alle mani. Fu gagliardo Io scontro, fu rabbioso ; da una parte e dall' allra si menarono le mani con un valore degno d'una causa onesta; ad un tratto però una schiera dell' esercito fiorentino si spicca dal suo posto, passa ai nemici e combatte con loro. Era essa composta di Ghibellini segreti; Bocca degli Abati, che la guidava *, prima di compiere il tradimento, vibrò una stoccata a Iacopo de'Pazzi che portava l'insegna del comune, e lo stramazzò; a questo caso il terrore s'impadroni di lutti i cuori; niuno più conobbe quali fossero gli amici, quali i nemici; tutte le schiere dei Guelfi si scompigliarono; la cavalleria, assalita dalle pesanti corazze tedesche, dai fuorusciti, dai traditori, ruppe le ordinanze e si dette alla fuga ; i fanti fecero una memoranda resistenza attorno al caroccio; i più illustri soldati vi lasciarono la vita difendendolo disperatamente, risoluti di non sopravvivere a tanta sventura della patria. Quei pochi che avevano cercato uno scampo nel castello di Montaperti furono anch'essi uccisi; i Ghibellini ebbero il tristo onore della giornata e rimasero padroni del campo, orribile a vedere per scellerata carnificina fraterna I Fu questa delle battaglie più sanguinose dei tempi.
      Il carroccio andò strascinato in Siena a ritroso ; i fratelli significarono con strane pompe la vitloria sanguinosa riportata sui (rateili ! La trista nuova poiché fu recala a Firenze dai fuggitivi, destovvi uno spavento ineffabile; il pianto degli uomini e delle donne, dice ilMalispini, andò al cielo, perciocché non eravi casa piccola o grande la quale non avesse a lamentare qualche morto o prigione. Ad ogni momento
      ' Vedi Dàhte nell' Inferno Cap. XXXII.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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