Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo pano. 57
      prova dì stornare i male accorti dall' imprudente consiglio ; ricordarono antichi e recenti esempi della opportunità e dei vantaggi del temporeggiare, ricordarono la impresa al convento di Santa Petronilla, che per poco non era ita a male per soverchio impelo, consigliarono che Io aspettare sarebbe stato oggi opporlunissimo, perchè, spirati i termini del soldo, i Tedeschi avrebkono fatta fretta a partire ; ma s'impose silenzio, e più volle, e con minaccie severissime ai generosi cittadini, e si volle far guerra e subito. Da Colle, da San Gemignano, da Volterra, da Prato, da Pistoia e fin da Bologna, da Perugia e da Orvieto vennero aiuti all'esercito del comune fiorentino ; tutta la città si dette ad armarsi, e non fuvvi quasi famiglia che non contasse uno o più soldati nell' oste ; quegli stessi che aveano dissuaso il comune dall'impresa, si armarono e si accostarono agli altri, imperciocché allora in Firenze, quando la patria fosse in pericolo , gli afletli tacevano e v' era bella concordia di voleri. Si stimò che 1' oste ammontasse a meglio che trentamila tra cavalieri e pedoni spettacolo doloroso a vedere, chè dello stesso territorio, della stessa città erano uomini armati dall' una e dall' altra parte, secondo 1' umore delle fazioni. Laonde non si finirebbe mai di piangere le discordie toscane e italiane che cominciarono prima, consumarono poscia la estrema ruina della bella penisola.
      Prevaleva del numero 1' esercito guelfo, e baldanzosamente avviavasi su quel di Siena, quasi a sicura vittoria; giunto sui colli di Montaperti, presso alle rive dell'Arbia, si soffermò, fidente nella promessa di un segno per proceder più oltre, e penetrare a tradimento in città.
      Diversamente in questo mezzo Camminavano le cose nella città di Siena ; la novella dello avvicinarsi d' un' oste così poderosa aveva empiuto di paura gli animi dei cittadini ; come avvien sempre nelle estreme sventure, volgevansi dolorosamente ai conforti della religione, e con digiuni, processioni e preghiere impetravano da Dio la salvezza della patria, la benedizione delle loro armi; il vescovo, i sacerdoti incoravano il popolo a combattere valorosamente, a confidare nel patrocinio della Vergine, cui facevasi con atto solenne donazione della città. Bella sempre la fiducia nelLjOOQle


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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