Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      48 storia della toscanacontado in novantasei, quant' era il numero dei pivieri, e tutti doveano aiutarsi fra loro, e difender la città ò uscire ad oste ogni volta che se ne presentasse il bisogno. » Per dar poi maestà ai loro eserciti, come scrisse il Machiavelli, e capo dove ciascuno potesse, spinto alla zuffa rifuggire , e rifuggito tornare a far testa contro il nemico, ordinarono il carroccio, o carro grande, su quattro ruote lutto dipinto a vermiglio, sul quale sorgevano due grandi antenne, pur vermiglie, e vi sventolava lo stendardo del comune di Firenze. Anche i bovi che lo traevano erano coperti di panno vermiglio. Quando voleano uscire ad oste, conducevano il carro in Mercato Nuovo, e con splendida cerimonia lo consegnavano al popolo ; per far poi le loro imprese più solennemente, aveano una campana, che dissero Marinella, la quale un mese prima di uscire a combattere, soleano suonar sempre, affinchè il nemico avesse tempo a prepararsi alle difese. Tanta virtù era allora in quegl' uomini, e con tanta generosità d'animo si governavano, che dove oggi l'assaltare il nemico improvvisto si reputa generoso atto e prudente, allora vituperoso e fallace si riputava ». Questa campana era portata anche in mezzo al campo, e le guardie e tutte le altre fazioni guerresche si ordinavano al suono di questa.
      Questi nuovi ordinamenti civili e militari fruttarono libertà vera al comune fiorentino, che in breve tempo crebbe d' autorità e di forza; si fece capo e centro di tutta la Toscana, ed acquistò fama non immeritata di esser la prima delle repubbliche italiane.
      Una rivoluzione che produsse effetti cosi maravigliosi, non potè esser compiuta che da un popolo civile, generoso, conscio di quella forza che viene dalla concordia dei voleri. 11 tristo esempio dato dai nobili nello scellerato esercizio della vendetta non potè sull'animo del popolo; appena si fu costituito com' egli voleva, serbò moderazione nella vittoria, rispettò le robe e le vite dei suoi oppressori ; se volle ridotte da centoventi braccia a cinquantotto le molte torri dei nobili, che superbe sorgevano come palagi, non sia chi gli faccia rimprovero di avere abusata la potenza acquistata; erano state quelle torri precipuo strumento a tirannide , perchè viy


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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