Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo primo- [37
      drone. Laonde Innocenzio, avvedalo com' era, promosse fra ì comuni liberi una lega, la quale tutelasse la loro indipendenza contro l'impero, e al tempo medesimo difendesse i diritti della chiesa romana. Entrarono in questa lega che si disse toscana, Firenze, Siena, Lucca, Prato, Pistoja, Figline, Volterra, San Miniato, Gerlaldo e alcuni signori di contado. Pisa, che parteggiava sempre peli' impero, e n" aveva avuto amplissimi privilegi, non volle aderire. Due legati pontificii, mandati apposta da Innocenzio in Toscana, fermarono i patti e furono i seguenti : che le città collegate negassero quindi innanzi obbedienza a imperatori e a vicari non riconosciuti dal papa ; che tutte fra loro si dessero la mano e sì difendessero ; che aiutassero la chiesa a ripigliarsi que' territori sui quali asseriva aver diritto ; ben si escludessero però quelli che ormai stavano sotto la giurisdizione dei collegati. Ogni comune avesse un rettore scelto fra ì cittadini più probi, e se ne stesse a lui per lutto ciò che concerneva il ben pubblico; i rettori dovessero giurare di ingegnarsi coh tutte le loro forze a procacciare la pace, la concordia e il vantaggio comune ; dovessero ragunarsi tutte le volle che sorgesse controversia fra le città della lega, nè cessare prima di aver riconciliato gli animi.
      Con molto senno, ed è cosa mirabile, considerali i tempi di poco discosti dalla barbarie, fu tolta ai rettori ogni facoltà d'ingerirsi delle faccende politiche, di maniera che, mentre potevano grandemente giovare a far quieto il popolo, non potevano per alcuna via nuocere alla sua libertà. Di qnesta nobile istituzione non venne pertanto gran profitto alle città toscane, che, sempre travagliate da soverchio spirito municipale ed egoistico, mirarono sempre al proprio ingrandimento, e non seppero mai fermarsi alla grande idea della indipendenza nazionale.
      E bisogna pur dirlo: la nostra Firenze ne dava il più pernicioso esempio ; colla forza più che colla ragione, scrive il Villani ingenuo cronista, intendeva essa ad allargar senza
      > Si conserva la formula del giuramento prestato in questa cir-costanaa e i nomi di cbi giurò Dell' Archivio delle Riformagioni in Finnie An. 1198 a Nativit. D. 18.0 Kal. Febr.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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