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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   soli, e giornalisti, e corrispondenti di giornali stranieri; gente in fine d'ogni ceto e d'ogni colore politico.
   Procedutosi allo interrogatorio degli accusati, la Sciarra risponde con voce ferma, é con tutta spontaneità e chiarezza. Elia riconosce d'essersi incaricata di recar delle lettere a Roma, ove tornava dopo aver qui sbrigato un suo noto interesse domestico. Una di esse lettere, indirizzata a Francesco li, esserle stata consegnata aperta dal già consigliere Roberti, che nei delti affari aveala assistita. Non ignorarne il contenuto ; ed aver tentato sottrarla nell'atto della sorpresa, sol perchè il suo indirizzo gliela iacea credere compromessiva pel mandante. Il plico pel duca di Brienza averlo avuto così suggellato come si rinvenne, dal cav. Quattromani, vecchio amico di sua famiglia, ch'ella reputò sempre uomo onesto e leale, e che al cospetto di onorevoli persone accertatala contener carte e lettere inoffensive : il che fu poscia pienamente riformato, e dal Quattromani, e da testimoni di tutta fede. Donna, vedova e madre, non essersi mai immischiata in congiure o fazioni politiche, cui d'altronde niuno interesse la sospingeva.
   Il Quattromani però nelle sue risposte non fu del pari disinvolto e felice. Egli ritorna sempre alla improvata asserzione di aver ricevuto quei fogli da un tal francese De Chardin, del quale a Roma avea conosciuto il fratello. Ma tutte le fatte investigazioni non riuscirono a provare, che questo fatale De Charden fosse mai stato in Napoli: ed all'uopo fu Ietto un rapporto del Consolato di Francia ; che il sig. Monnier, presente all'udienza, fu previo il giuramento di rito invitalo a tradurre.
   Dopo lunga e nojosa lettura delle molte lettere e documenti, vennero intesi i testimoni; circa i quali nuli'altro è a notare che le seguenti specialità.
   Un testimone riversando la colpabilità delle lettere su la marchesa Sofia de' Medici, amica e scrivente ordinaria del Quattromani movea la ilarità dell'uditorio; allorché, richiesto il valore intellettuale di colei, giovialmente rispondeva ; a E tanto abile, che vi è saputa bravamente scappar di mano ». Pel che il Presidente richiamavalo all'ordine.
   Altri, descrivendo a suo modo la gente che abita al quartiere Monte di Dio, e dicendola appartenere alla occhia aristocrazia napolitana, e notoriamente retriva e ligia ai Borboni, paragonava questo quartiere di Napoli al famoso S. Germain in Parigi.
   Importante poi e luminosa per la Sciarra fu la testimonianza del barone Gallotta, Senatore del Regno. Egli conobbe da gran tempo la Principessa ; e fin da che la conobbe, prese a stimarla. Allorché sotto i Borboni fu arrestato e fatto prigione, ella scriveagli una lettera di affettuoso interesse le quali pruove di coraggio (ei soggungne) erano a quel tempo assai rare! Tal deposizione fece un'assai viva impressione nei Giurati e nell'uditorio.
   Ne) detto giorno 3 la calca era maggiore dell'ordinario, poiché cominciavano le arringhe. Non fu mai visto in quelle sale, a memoria d'uomo, tanto e sì eletto uditorio.
   Primo, come il rito, fu il Pubblico Ministero. Egli, dopo aver protestato che la sua parola sarebbe calma e severa, come si addice a magistrato imparziale, con bella e sentita eloquenza descrisse e pennelleggiò a grandi tratti le grame condizioni di queste provincie, a causa delle mene reazio-zionarie. Indi facendosi alla causa, accennò d'un concetto scientifico circa gli estremi del cospirare, dicendo non ad altro farlo che per dileguare alcune false preoccupazioni dall'animo dei Giurati. Parlò della cospirazione che si ordiva in Napoli; e po
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