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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

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a cura di Federico Adamoli

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   — 276 — — 317 —
   rati si raccolga, e senza amore e senz'odio pronunzi il suo verdetto di colpabilità o d'innocenza. La civiltà dei popoli si misura alla stregua di questa calma impassibile, che presieder dee alla discussione dei penali giudizi, e che assicura alla difesa ed ai giudici piena serenità e indipendenza.
   Un diario francese su tal proposito osservava. La presse, dans ce pays, joue un tris vilain róle en fait deprocès politiques: au lieu de respecter la position des preve*-nus, et de dealer toujounde la culpabilité jusqu'à l'heure du terdict des Jurés, elle se plait à renchirir sur les preuves, etbien souvent à les inventer; et cela par la plus basse flatterie enters les gens du poutoir (1 ). Nè per mala ventura codesto rimprovero può dirsi al tutto privo di fondamento (4). Valgano però almen tanto queste nostre disadorne parole, da provare in fatto al redattore della Union ed alla Francia, come anche qui non manchi a taluno il coraggio di chiarire nel pubblico tramestio la verità delle cose, e di far sentire agli uomini del potere la voce di una critica spassionata, riverente si, ma franca.
   Aw. E. COSI
   (1) V. il citato num. 190 del giornale L'Union.
   (2) A danno però della Barberini, vaglia il vero, non sappiamo essersi schiccherato nello strombettio dei nostri mille giornali che il seguente brano; del quale giudichi chi legge.
   « La discussione del processo Sciarra-Quattro-mant è di li da venire — Forse la magistratura napolitani (parlo di quella colla coda) non polendo agevolare giuridicamente questo Paladino e questa Amazzone del trono e dell'altare, cerca di far accavallare i giorni inutilmente, per dar tempo a questi signori di scapolarsela, come Cenatiempo — il miglior modo di stare al mondo è quello di tenere U piede a più di una staffa; affinchè in ogni tombolo si potesse aver pronto il paracadute — Conosco un dottissimo amico mio, il quale su apparecchiando un'opera in folio intitolata: Parallelo politico-zoolo-gieo tra la coda dell'asino e quella dei magistrati dell'Italia del Sud » (Arcì di Noe, 21 Luglio 1363. nani. 199).
   Napoli 30 Settembre 4863.
   CAUSA QUATTROMANI E BAftBKRtfrl SCIARRA
   Dibattimento e Sentenza.
   (V. U tentoni* di teca», « I otilri contali, nei noni. 45, 46 « 48).
   Nel di 1* del cadente settembre, fu aperto il dibatttimento della nota causa contro la Principessa Barberini Sciarra ed il cav. Quattromani, nel primo Circolo d'Assise di Napoli, Presidente il com. De Nardis, Giudici i cav. Saffiotti e Durali d'Arezzo, e P. M. il cav. Giliberti.
   Gii accusati non sedevano alla solita scranna, ma sibbene a piè di essa su due sedie locate nel pretorio: ed a poca distanza sedevano pure la duchessa di Casalnuovo zia della Sciarra, e una giovane governante della medesima, le quali puntualmente V assistettero in tutto il dibattimento.
   La Sciarra veste un abito di seta nera, con cappellino bianco alla francese ornato di fiori color violette, d'onde cadele sul volto un irremovibile veletto nero; il quale però non toglie che si discerna la piacevolezza e dignità del suo volto, atteggiato ad una serenità e indifferenza, che qualche volta à pure dello sprezzante.
   Il Quattromani à pizzo e mustacchi di alabastro. Calvo il capo, allo e prosperoso della persona, tuttoché cieco, non manca d'una certa imponenza. Egli è tutto vestito a nero; ed entra guidato da un sergente di carabinieri, che molto cortesemente lo appoggia e compone al suo posto.
   Al banco della difesa sedevano il sig. Tarentini per la Sciarra, e i sig. Casella e Mazzetti pel Quattromani. (
   Le tribune erano affollatissime; nè lo era meno il pretorio e la restante sala: di cui nelle posteriori udienze andò poi tanto crescendo la calca, da non permettersi l'ingresso che a persone distinte. Vi si notava il fiore dell'aristocrazia napolilana, molte eleganti signore, parecchi forestieri, e con-
   V