Stai consultando: 'Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano '
Pagina (307/319) Pagina
Pagina (307/319)
Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
— 276 — — 309 —
riserva ; allora, meglio scrutati i fatti, e confrontati i noti agi' ignoti, non più esitammo a riconoscere, che la Corte di accusa erasi questa volta fatalmente ingannata.
Un breve, ma accurato esame degli elementi di pruova su cui poggia quella sentenza, basterà, confidiamo, a giustificare tal nostro avviso, e ad assolverci dalla taccia di temerario.
Elemento /. — La Principessa in Roma era assiduamente visitata da famigerati borbonici, e principali tra essi un monsignor Gaetano De Ruggiero, ed il padre Modesto de' riformati, attualmente confessore della famiglia Borbone.
Questo fatto, come indizio di possibi-lità, non sarebbe in vero senza importanza. Ma ninno è che non veda la difficoltà somma di averne pruova, trattandosi di fatto che succedevasi in Roma , e più ancora, nello interno di casa Barberini. Or nelle su enunciate note a difesa troviamo, che unico appoggio alla credibilità di questo fatto son talune informazioni segrete che il Ministro Guardasigilli scrive di aver avute intorno alle persone designate nel sorpreso carteggio, e che son cosi laconicamente concepite. « Monsignor D. Gaetano de Ruggiero è noto per le sue tendenze e relazioni borboniche. Confessore della famiglia ex-reale è un tal padre Modesto dei Riformati , il quale frequentava la Principessa Sciarra, ed era spesso in contatto con De Ruggiero » (1).
Se cosi è, quello indizio perde molto d'intensità ; perchè da tale ri feria non ap-pajon mica quei molti e famigerati borbonici, e perchè il solo padre Modesto è ivi detto frequentasse la casa della principessa. Mancagli poi al tutto la credibilità giurìdica ; perchè una informazione anonima e indeterminata, benché raccolta e significata
(!) V. detto «paralo, ptg. 7, *oU 1.
da un'autorità rispettabile tanto per sè quan* to per la persona che la riveste, non può nè potè mai, secondo le leggi che da oltre a mezzo secolo ci governano, costituire argomento nè sostrato alcuno di pruova giuridica.
Elemento //. — Le frequenti visite di conosciuti borbonici nell' albergo di Napoli ove la principessa alloggiava, avevano attirata l'attenzione dell' autorità di pubblica sicurezza.
Anche questo sarebbe un non fiafico indizio, se fosse avvalidato da giuridiche e bastevoli pruove. Ma, stando sempre alla fede di quelle note, altro dal processo non si rileva, se non che vi accedesse di soventi l'ex-consultore di Stalo Michele Roberti , invitato ad assister la Principessa nello assetto dei domestici interessi, hotorio oggetto della sua venuta in questa città ; e parecchi altri similmente, nè per sé nè per gli andamenti loro, punto sospettati.
Interrogati (quivi è detto) il proprietario dell'Hotel Vashington Errico Conci il guardaporte Pietro Matouet, ed il cameriere Antonio de Dominici, tutti univocamente dichiararono, che venivano a visitare la principessa molte persone di aspetto signorile, e la più parte nobili; ma che non poteano precisarne alcuna, tranne il cieco Quattio-mani. ed il colonnello svizzero ritirato signor Sury ; soggiugnendo niuno esserci mai accorto, che fra quelle persone si cospirasse (1).
Donde dunque era attinto cotesto indizio? Da alcune vaghe informazioni della Polizia di Napoli; la quale richiesta a dare maggiori schiarimenti, o a dinotar le persone che co filettar le potessero negativamente rispondeva (2). Cosa mai valer possa «
(lj V. detto «pattalo, ^ il e 13, wU.
[ì] A4 «aw del «era mm fi« va» riferir qui per disteso wlfatt» fecameule, filale Mie dette trortfii trMoriUe 9 e Mfoenti).
V