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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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signore, ma verso il fine della seduta i i curiosi diminuirono di numero.
Mereoldì 2 Settembre 4863.
cronaca interna
Questa mane alle 11 vennero ripigliali i dibattimenti nella causa della Principessa Sciarra e del Cav. Quattromani.
L' affluenza dei curiosi era uguale a quella del primo giorno.
Vi si notavano sulle tribune una ventina di Signore fra le quali una inglese.
Tanto la Principessa quanto il Cavaliere tennero lo stesso contegno che abbiamo notato nel nostro rendiconto di jeri.
Quasi tutta la seduta venne spesa nell'udire la lettura di alcuni documenti a carico del Quattromani e nello ascollare diversi testimonii a discarico.
Il più importante dei quali fu il Senatore barone Galloni che disse di non avere mai sospettato dei sentimenti politici degli accusati, ed anzi di avere avuto dalla Principessa, allorché fu arrestato sotto i Borboni, prove di stima e di attenzione, avendo essa osato scrivergli, cosa che non fecero molti.
La sala è quasi vuota nella parte destinata al pubblico , locchè indica che il popolo prende alla causa un mediocre interesse.
Per contro è affollato il pretorio e le tribune come già abbiamo detto.
La requisitoria, le difese, il riassunto del presidente e il verdetto dei giurali non polranno aver luogo che domani.
Sabato 5 Settembre 4863.
Ieri sera solamente verso le otto i giurati pronunziavano il loro verdetto nella causa della Principessa Barberini Sciarra e del Cav. Quattromani.
Rispondevano no per la prima su tulle le questioni state loro posate dal Presidente della Corte.
Ammettevano la colpabilità riguardo al
secondo , col beneficio però delle circostanze attenuanti.
In seguito a ciò il Presidente De Nardis ordinava la immediata scarcerazione della Principessa, e si ritirava colla Corte a deliberare sul grado di pena da infliggersi al Cav. Quattromani.
Poco prima delle 9 la Corte rientrava nella sala ed il Capo di essa dichiarava condannato il Quattromani alla pena di 10 anni di reclusione, alla multa di 500 lire, ed alle spese del processo.
Annunciava quindi al medesimo che aveva tre giorni per ricorrete alla Cassazione, ed il Quattromani dichiarava tosto che intendeva di valersi del beneficio della legge, e pregava in pari tempo il Presidente a volere fin da quel momento far registrare la sua demanda di ricorso.
Visibile era l'emozione nei due accasati allorché rientrarono nella sala per intendere il verdetto dei giurati , e la Sciarra era quasi sorretta dai suoi difensori che erano andati a prenderla nella Camera, ove stava aspettando la decisione della Corte.
Il Quattromani fu visto impallidire allorché si vide condannato, ma riprese tosto, il suo ordinario contegno.
La principessa portossi ad abitare presso sua madre la marchesa di Pescopagano. Prima però di recarsi colà facevasi ricondurre alla questura onde ringraziare il questore de] modo cortese con cui era stata trattala, durante gli otto mesi di sua prigionia.
Si dice poi che essa sia già partita questa mane per Roma, onde restituirsi presso la famiglia di suo marito.
filORVALE DI NAPOLI Martedì 8 Settembre 4863.
Dichiarazione— Pregati, pubblichiamo la seguente lettera dell'avv. Tarantino: Napoli li 5 settembre 4863. Signor Direttore.
Nel reso conto del mio discorso in di-
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