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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

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a cura di Federico Adamoli

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   — 285 —
   grande spontaneità e chiarezza alle domande del presidente. La sua voce era molto ferma. Non così Quattromani, il quale fu un poco imbarazzato e contraddisse in qualche punto all'interrogatorio scritto.
   Fino alle i p. m. in cui lasciammo la Corte non si erano intesi che i testimoni Leandro e Poggiali, questo delegato diP.S., l'altro antico applicalo della stessa amministrazione che poi si dimise dalla carica.
   Il Leandro fu uno di quelli che andarono a sorprendere la Sciarra sulla strada di Roma. Egli confermò tutto quello che aveva consacrato nel rapporto al questore sull'operazione disimpegnata, aggiungendo una circostanza a danno della Sciarra, cioè che stando nel wagon la principessa al vedere una bandiera rossa, disse che il governo repubblicano sarebbe il migliore di tutti.
   Al banco della difesa sedevano il sig. Tarantini per la Sciarra ed i signori Casella e Mazzetti per Quattromani.
   Le tribune erano affollatissime. Vi si vedevano diverse signore. Tatto k> spazio dietro agli stalli dei magistrati erano oc-capati. Vi si vedevano dei corrispondenti di giornali che notavano. Nella sala non era molta folla.
   IL PEVGOLO
   • Napoli / Settembre 4863.
   Questa mane alle 11 ebbe principio alla prima sessione delle Àssisie il dibattimento nella causa politica contro la principessa Sciarra-Barberìni ed il cav. Quattromani.
   Di nove accusati portati in processo questi due soli siedono al Cospetto della Corte e dei giurati, essendo gli altri 7 latitanti.
   Tanto la principessa quanto il Quattro-mani furono posti fuori degli stalli ordinariamente serbati agli inquisiti per delitti comuni.
   Hanno dae sedie nel Pretorio di con-
   tro alla ringhiera del banco degli accusati ordinarii.
   La Sciarra è vestita di nero e porta un cappellino di seta bianca con grosso mazzo di fiori lilla sulla fronte.
   Tiene quasi sempre il suo ventaglio chiuso ed appoggiato alla bocca.
   Il suo contegno è dignitoso e non di rado un sorriso sardonico le sfiora le labbra.
   Dimostra un 40 anni ed il suo viso è piuttosto regolare, ha due occhi neri, fronte spaziosa ed i suoi capelli lisciati sulle tempia.
   Il Quattromani veste pure di nero, ed i baffi all'italiana, il mento di nn bianco perfetto.
   II suo viso è grasso e rubicondo e non manca di espressione.
   Alle 11 la Corte entrò nella sala. Fatta la composizione dei giurati e spiegata loro l'imputazione che si faceva dalla sezione di accusa era aperto il dibattimento.
   La Principessa veniva quindi interrogata sui fatti che le si addebitano e le sue risposte erano chiare e precise e date con molta disinvoltura e dignità.
   Il Qualtromani disdissse molte cose ammesse negli inlerrogatorii dell' istruzione della causa e pare che voglia adottare un sistema tutt'affatto nuovo.
   Le sue risposte furono alquanto impacciate, e ben diverse da quella della Principessa.
   Si esaminarono alcuni testimonj, e fra gli altri i Delegali di P. S. signori Leandro e Poggiali. Al momento di porre in macchina non si sapeva altro di quanto abbiamo accennato. La Corte era presieduta dal Cav. De Nardis, ed il banco dell'accusa era occupato dal Proc. Gen. Giliberli.
   La difesa era sostenuta dagli avvocati Tarantini, Casella e Mazzetti, il primo per la Sciarra ed i secondi pel Quattromani.
   Sul principio dell'udienza la sala era affollata e nelle tribune vi si notavano molle