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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

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a cura di Federico Adamoli

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   — 276 — — 280 —
   10 svizzero Pietro Matuel, quali persone frequentassero la casa Sciarra, rispose non conoscerlo, ed avergli solo detto il cameriere addetto al di lei servizio che la signora, e la gente che con lei usava, nutrivano sentimenti borbonici.
   Furono ascoltali altri testimoni e quindi si fè presentare all'udienza il barone Rodrigo Nolli, colonnello della 1* Legione della G. N. — La Barberini, condotta in Questura fermossi innanzi al palazzo S. Giacomo, e parlò con un ufficiale della G. N., e poiché s'era supposto che in quel giorno,
   11 Nolli comandasse la compagnia a S. Giacomo, era stato chiamato. Ma egli dimostrò che in quel giorno, non era più di guardia ed era stato surrogato da un distaccamento della 2* Legione; la sua deposizione perciò non ebbe seguito.
   Il comm. de Nardis alle 6 pom. levò l'udienza, rimandando a stamane la conti-noazione del dibattimento.
   Napoli 2 Settembre 4863.
   prima corte di assisie
   Presidenza del Commendatore De Nardis
   Causa Barberini-Seiarra e Quattromani.
   Ieri poco dopo le 11 a. m. vennero ripigliati i dibattimenti nella causa Quattro-mani-Sciarra. Gli accusati erano al loro po-posto. la principessa nello 6tesso abbiglia-gliamento dell'altro giorno e col solilo velo costantemente bassato sul viso, e il Qua-tromani col consueto fazzoletto bianco tra le mani che si passava a brevi intervalli sulla faccia e sulla testa. Le tribune e il pretorio erano ingombre di moltissima gente; sulle prime si vedevano molle signore distinte e parecchi ufficiali dell'esercito ; il secondo era affollato da avvocati, deputati, senatori, giornalisti ed altre persone rimarchevoli. Lo spazio lasciato al pubblico, dapprima molto gremito di gente, si sgombrò a poco a poco verso le ore tarde.
   Vennero letti due interrogatori della
   Sciarra, il primo in data del 10 gennaio, il secondo in data del t marzo. Si dette inoltre lettura di varii documenti; primo fra gli altri è una dichiarazione del Consolato di Francia intorno a' nessuni indizi che si hanno sul conto dell'immaginario personaggio di quel Dnchardin onde parla il Quattromani. Questi documenti essendo scrìtti in francese, si dovè ricorrere a un interpelre. Il sig. Marco Monnier compi quest'ufficio.
   Si lesse l'interrogatorio della Sofia Medici. Essa dichiara in quello di non poter negare una somiglianza grandissima tra la sua scrittura ed i caratteri delle lettere in cifra afferma però questo non essere altro che un caso. È molto ingenua la marchesa Medici, non vi pare? Peccato che abbia creduto di doversale svignare! Di che potea temere ?
   Seguirono tre faleirogalotudel Quattro-mani la cui lettura continuò per più d un'ora.
   Si lessero moltissimi altri documenti: parecchi riguardano le lettere in cifra. L'enigma fu sciolto dal cav. G. D'Ajala; il sistema era di supplir le lettere con delle cifre arabiche; degli zeri si interponevano per segnar la fine delle parole, e delle virgole si frammelevano astutamente senza scopo, se questo non fosse quello d'imbrogliar gli interpreti in caso di scoprimento. Vi è anche una lunga relazione del governo del Monte della Misericordia, in cui si prova quel governatore di esso Monte, al quale si alludeva nelle lettere in cifra sotto il nome di Abramo, e non poter essere altri che il Duca d'Acqnaviva G. De Mari. La sua fuga da Napoli, appunto quando quelle lettere furono pubblicale, toglie ogni ombra di dubbio su questa asserzione.
   Il Presidente credette qui interrompere la lettura de* documenti per passare all'udizione dei testimoni.
   Fra quelli a discarico si distinsero i si-
   V