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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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verno italiano. Se queste espressioni non rivelano un animo insensibile all'amor della Patria, bisogna proprio dire che le parole han cambiato di significalo!
11 P. M. ritiene il Quattromani reo di cospirazione tendente ad abbattere la forma attuale di Governo, e la Sciarra convinta dello stesso reato, o almeno di complicità nella cospirazione. Quindi cosi conchiude.
« Signori giurati! Non ho fatto appello a verun sentimento personale, ma sonomi attenuto ai fatti risultanti dal processo, da voi dobbiamo aspettarci un verdetto, che sia l'espressione sincerar delle vostre convinzioni. Il paese v'è massimamente inter-ressato, perchè trattasi d'una cospirazione che si proponeva di farlo ritornare all'antico dispotismo, e chi siede reo deve rispondere del suo fallo, chiamisi pure la principessa Sciarra o il cav. Quattromani. Quando trattasi di una setta avente capo a Roma, non si ha dritto a quella indulgenza che suole accordarsi per le cause puramente politiche, e che io il primo avrei in altre circostanze invocata da voi ! » ( applausi oicissimi ).
Piglia quindi la parola l'avvocato Mazzetti — uno dei difensori del Quattromani — che cerca dimostrare come il suo cliente non sia reo di cospirazione nè abbia scritto quelle lettere, e come non ne sapesse neppure il significato: dichiara l'altro difensore del suo cliente l'avv. Casella , aversi riserbata la quiestione generica della cospirazione. Sostiene le lettere essere state poste nel plico, ad insaputa di Quattromani, dalla Sofia Medici, mandando così in fumo la favola del Dachardin, di cui ammette soltanto la possibilità.
L'avvocato Tarantini, dopo essersi per buona pezza trattenuto sulle antiche glorie delle famiglie Colonna e Pescopagano, procura con una serie di argomenli dimo-
strare l'incolpabilità della sua cliente ; e termina appellandosi alla lealtà dei giurati.
L'avvocato Casella con splendida parola discorre della cospirazione in genere, classificando le varie gradazioni a cui possono appartenere gli individui avversi ad un novello ordine di cose , e mostrando chi di costoro vada soggetto a punizione, e chi non possa essere colpito dal braccio delia giustizia. Entra a parlare della Teoria dei fatti generali in materia di cospirazione ne mostra 1' origine in Inghilterra ed il male che ne derivò a quegli stessi che l'avean sostenuta a tempo degli Stuardi.
A questo punto della difesa - avendo i giurati fatto sentire che sarebbero troppo stanchi per emettere conscenziosamente il loro verdetto - il Presidente scioglie la seduta, rimandando a quella d'oggi il seguito del discorso Casella, e la continuazione del dibattimento.
' Sono le ti ìji pom.
IL PENSIERO Mercoldt 2 Settembre 4863.
Corte di Assisi. Ieri alle 12 m.; riprincipiata la discussione del processo della Principessa Barberini Sciarra. — La stampa è stata invitata ad intervenirvi. — Però non sappiamo perchè non si è provveduto, come in lutti i paesi civili di Europa , un posto distinto pei Giornalisti, dappoiché per la eccentricità del luogo, confusi in mezzo alla folla non abbiamo potuto ascoltare distintamente la discussione di una causa così importante. — Dopo che avremo assistito a questo processo per l'intero, ne daremo un completo rendiconto.
Finora altre notizie non daremo che le seguenti. — Di nove accusati non ne son comparsi che due, la Barberini ed, il Quattromani, la prima difesa dal Tarantini, il secondo dal Casella, e dal Mazzetti. — La Barberini mostra di avere un IO anni, occhi neri , fronte spaziosa, una fisonomia