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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

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a cura di Federico Adamoli

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   Casella termiuava la sua orazione esclamando verso i giurati. — 11 Procurator generale vide una piramide nel risorgimento Nazionale. Al Vertice ei pose l'Unità nazionale raggiante di luce, alla base lasciò i tristi, gl'illusi, a brancolar nelle tenebre. Quattromani rimase fra quelle tenebre ei non poteva vedere la luce del Vertice.
   / forti guardano gl'imbelli e passano oltre.
   Siate forti, e perdonate.
   A riassumere dei tre Oratori, Mazzetti è tal giovine pianta che porterà fra poco frutti squisiti; egli ha tutto per emulare i più distinti avvocati del foro penale. — Tarantini e Casella non smentirono l'antica fama. — Finite le arringhe.
   Il sig. Presidente riassumeva la discussione con le sue dotte forme.
   I giurati entravano nella sala delle deliberazioni , e ne uscivano col seguente Verdetto.
   IL POPOLO D'ITALIA
   5 Settembre 4863.
   Causa Barberini Sciarra. — Questa mattina il Proc. Gen. Sig. Giliberti ha pronunziato la requisitoria, conchiudendo per la colpabilità, tanto del Cav. Quattromani che della Principessa Sciarra.
   Dipoi ha preso la parola l'Aw. Sig. Mazzetti in difesa del Quattromani per una parte, lasciando il rimanente all'altro aw.
   sig. Casella. Egli ha terminato fra gli applausi.
   L'Avv. Tarantini subito dopo ha cominciato la sua arringa in difesa della Principessa , e prosegue nel momento in cui siamo di mettere in macchina.
   La causa non può esser decisa che domani : e ci auguriamo che i Giurati facciano onore a se stessi pronunziando un verdetto giusto, non figlio di alcuna prevenzione.
   LA PATRIA
   Napoli / Settembre 4863.
   cronaca
   2 Settembre.
   Ieri, come annunciammo, cominciò il dibattimento per la causa della Barberini Colonna di Sciarra e del Cav. Quattromani.
   L'udienza venne aperta alle 12 meridiane; nelle tribune osservavansi parecchie signore, e la sala era gremita di gente. La Sciarra ed il Quattromani sedevano appiè dello stallo per gli accusati.
   Il Presidente fè dar lettura della sentenza della Sezione di accusa della Corte d'Appello che inviava la Sciarra ed il Quattromani alla Corte d'Assisie, pronunziando contro di loro accusa di cospirazione, diretta ad attentali per oggetto di distruggere la forma del governo, ed eccitare i regnicoli ad armarsi contro i poteri dello Stato, nello scopo di restaurare il dominio di Francesco Borbone.
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