Stai consultando: 'Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano '
Pagina (273/319) Pagina
Pagina (273/319)
Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
— 271 —
Scusi — sono sempre inchiodato qui ; ignoro le cose della Città.
Nolli — Udì che la principessa fosse affezionata al governo borbonico.
Giuseppe Ballo — Portinaio di Quattro-mani.
Sofia de Medici andava in chiesa ogni mattina.
La è sempre così, l'osso si dà sempre a Dio; pria si ama il mondo, e le sue pompe, poi si prega, e s'intriga contro il prossimo.
Una scoperta: a che ora si spegneva la lanterna del Palazzo (si domanda al Testimone) — a mezza notte. ,
Ora sì che tutto è dimostrato — Spenti i lumi restano tutti nel buio — Giurati, stenografi, Presidente, ed Avvocati — La signora Sciarra, il Cav. Quattromani sono involti nelle tenebre della Questura e delia Sezione di Accusa.
Il Cav. Vincenzo Tamangii.
La Sciarra Barberini fu da lui chiamata a Napoli per la morte dell'avola Duchessa di Seminara — Doveva esigere le doti — Egli non potendo più occuparsi degli affari della Principessa li propose Roberti: era presente, quando costui disse alla principessa di volerle dare una lettera per Roma, aperta : egli voleva augurare il 1° dell'anno a Francesco II.
Giuseppe Laudicina.
Conosceva la Marchesa Medici, e si di-
ri *
ceva di gran talento — E il fatto prova il talento della Medici.
Essa è fuggita?!
Ferdinando Garnier — Impiegato di dogana a Isoletta.
Fu presente, quando i due delegati di Polizia intimarono alla Principessa di scendere dal Vagone, per essere sottoposta a visita di bagaglie.
La Signora non era nè abbattuta, nè perplessa, cominciò ad aprire un
sacco da viaggio ; e prendere un fascio di
lettere legato con uno spago — I delegati si precipitarono sulla preda che cercavano e se ne impadronirono , poi leggevano le lettere, e le riponevano nelle proprie tasche.
Inseguito il delegato Leanza minacciò la Principessa d'una ricerca sulla persona, se non dava altri fogli.
La Signora con piglio aristocratico gli disse — So cosa cercate, ecco la lettera, e la tolse dalla tasca, del suo raglan, e la consegnò al Leanza — Questi fece le meraviglie vedendo ch'era diretta a Francesco Secondo (l)..
Il Testimone — insieme al Memoli altro impiegato sottoscrissero l'atto di reperto della lettera,Roberto. ¦
I delegati chiesero poi il passaporto alla principessa — si esibì nno del Governo Italiano — GÌ' inquisitori Io dissero falso.
La Principessa se ne risentì, e promise loro di fargli render conto dell'insulto e mostrò un passaporto francese.
Ma era deciso che dovevano ricondurla a Napoli, e la ricondussero.
Raffaele Memoli altro impiegato di dogana ad Isoletta fa una identica deposizione.
Sono le sei, e mezzo, e la udienza è rinviata a dimani. Si sono uditi 23 testimoni si sono lette molte carte, la folla infastidita della discussione che nulla offriva, alle i p. m. rimase deserto il Pretorio.
Udienza del 2 settembre. — Dobbiamo premettere che nel corso della Discussione di jeri, tanto il Commendatore de Nardis, che il Procurator generale Giliberti, fecero prova di squisita cortesia verso l'accusata, e d'imparzialità , e noi li lodiamo perchè
(t) Questa era precisamente la lettera' che il consigliere Michele Roberti indirizzava al decaduto principe per gli auguri!, e Koberti non fu ricercato perchè veramente la lettera nulla aveva di sospetto, o di criminoso.
^.ooQle