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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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laro ai suoi correi di Roma le notizie del ricevimento di Abramo t di Aronne e l'annunzio di una elemosina di mille lire che si doveva inviare a Franpesco II.
D'altronde da un documento non sospetto dalla relazione dei deputati che prò-cedcrono all'inchiesta sulle cause del Brigantaggio si ha l'assicurazione che i comitati Borbonici non si servivano di scritture ma di corrieri, per le loro corrispondenze ed eccone le testuali parole prodotte dal Giornale La Stampa di Torino:
a Un altro artifizio usato dal governo a pontificio per favorire e coadiuvare il « più che può il brigantaggio è il seguen-
¦ te. I comitati borbonici, residenti di là < della nuova frontiera hanno naturalmente a dei mezzi di frequenti eomunicazioni con a i loro aderenti che sono di qua, ma ado-« perano il meno che possono la scrittura « e preferiscono trattare le loro faccende « oralmente per mezzo di persone che « s'incaricano di fare l'ufficio di corrieri. « La linea della frontiera è abbastanza lunga « ed il passaggio è continuo: nè riesce « molto agevole invigilarlo od impedirlo. « Per meglio riuscire nell'intento le auto-« rità pontificie usano non restituire i pas-t saponi esibiti da persone.che esse sanno « non parteggiare per casa Borbone. Il « viaggiatore che presenta all'ufficio pontifi-
¦ ciò d'Isoletta il suo passaporto in regola a ne riceve in cambio un altro. In tal c guisa tutti quei passaporti regolari ser-« vono poi a passare la frontiera senza de* « star sospetti, le ' persone che vanno e « vengono, per mantenere le comunicazio-t ni fra i cospiratori e i briganti ».
In queste lettere in cifre, e da farsa teatrale e sulla frequenza di presunti Borbonici in casa della Barberini Sciarra si poggia l'accusa, e per siffatte scempiaggini si è ritenuta in carcere una donna, e si farà sedere sulla panca dei prevenuti.
Vi sono errori che travolgono anche i più giusti tra i magistrati, e da questi errori noi crediamo -colpita la vedova del principe Maffeo Barberini Sciarra colpita per un istante, imperocché il giorno della giustizia del paese.si avvicina, e quel giorno e$sa deve attendere con immensa fiducia.
Avvocato, e pubblicista vedemmo fin qui i giurati compiere il proprio dovere con sagacia infinita, e somma indipendenza.
I giurati del nostro paese non cadooo a pressione di partito, non si lasciano corrompere dall'oro, e dall'intrigo, essi giudicano la mano sul vangelo, e assolvono, o condannano secondo la propria coscienza.
II loro verdetto è sovrano, nè contro di esso prevale alcun ordine del Ministro Pisanelli, nè alcuna insinuazione del Segretario generale Spaventa.
Intrepidi e sicuri diano il loro voto qualunque sia. il paese dirà <— Ginstiiia è stata fatta.
Napoli SO Agosto 486$.
Un certo foglio servile ascrive a poco onore, l'aver discusso le imputazioni della signora Sciarra Barberini: pria di parlare degli altri conosca se stesso, il giornale che la fa d'Aristarco — I giurati devono in pubblico conoscere le accuse, e le difese, e la stampa ha compiuto un dovere analizzando le prove di reità, ed affermando l'innocenza degli accusati. Ciò non piace ai persecutori, ma i perseguitati hanno diritto alla pubblica commiserazione — Dispiaccia, 0 piaccia ai potenti del giorno, noi ripeteremo, che la Principessa Sciarra fu misera, .fu ingannata, ma non colpevole.
Napoli 4 Settembre 4865.
cronaca interna
Processo Sciarra. — Udienza del 1 settembre, — Suonano le 11 e 1/2 ed il pretorio è ingombro di popolo.— Nelle tribune si veggono molte dame che oggi fanno la
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