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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano


1864, pagine 319

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a cura di Federico Adamoli

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   — 251 — A domanda ha risposto :
   Non vi è stala alcuna causa patente per la quale il vescovo avesse potuto determinarsi ad abbandonare questa residenza.
   Previa lettura a chiara ed intelligibile voce ha persistito, e si è sottoscritto con noi e col Cancelliere. Giuseppe Falco
   Dichiarazione di Pasquale Toscani (Foglio 164) L'anno 1863, il giorno 18 maggio ?n Caserta.
   Innanzi a noi Giovanni Golisciani, giudice del Mandamento di Caserta, assistito dal Cancelliere Signor Appollonio , previa cedola è comparso un testimone già citato come dal referto in pie' del decreto di citazione che precede, di che avendo esibito copia è stato avvertito a norma dell'art. 172 proc. penale, rammentandogli le pene stabilite contro i testimoni falsi e renitenti.
   Domandato sulle generalità ha risposto:
   Mi chiamo Pasquale Toscani del fu Giovanni di anni 57 circa, nativo di Napoli, domicilialo in Caserta, Architetto e Luogotenente della guardia nazionale di Caserta, ammogliato con sette figli: senza soprannome posseggo circa ducati seimila.
   Indifferente
   Domandato analogamente ha risposto :
   Signor giudice. Per quello che a me costa monsignor de Rossi Vescovo di Caserta è di sentimenti avversi all'attuale governo, come dimostrò coli'essersi allontanato dalla Diocesi il giorno appresso a quello in cui pervenne la notizia della resa di Gaeta , quando avrebbe dovuto essere nel Duomo pel canto dell' Inno Ambrosiano; senza che fosse più fermato in questa residenza.
   Non so dire poi se lo stesso sia capace d'immischiarsi in mene reazionarie , di che niuno indizio si ebbe quando monsignore era in Caserta ; ed ignoro perfettamente quali tendenze abbia spiegato in Napoli dove sento allualmente si trova.
   Negativo ad ogni altra domanda.
   Lettura data a chiara ed intelligibile voce si è sottoscritto con noi e col Cancelliere • Pasquale Toscani.
   Giovanni Golisciani