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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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QUESTURA DI NAPOLI (Foglio 194)
Napoli 7 Aprile 1863.
L'Ispettore di Questura signor Avitabiie mi assicura che non abbia promessa alla S. V. alcuna pruova speciale al di là di quelle dinotate nei precedenti atti della Questura pei convegni reazionari che si tenevano in casa della Principessa Sciarra quando dimoravasi in Napoli innanzi d'essere menata in arresto. Le di lui parole in conseguenza dovettero essere intese e di qui l'uffizio, con cui la S. V. facevasi a richiedermi un apposito verbale di quanto altro fosse a notizia del signor Avitabiie che nella locanda, ove alloggiava la Principessa Sciarra vi fosse stato un anderivieni di gente borbonica, e che il giorno precedente alla sorpresa della Principessa, fosse stata l'autorità di sicurezza pubblica prevenuta come di cosa indubitabile che avrebbe ella portato in Roma una corrispondenza reazionaria , questo è quello che constava alla Questura nel momento in cui denunziavasi la Principessa al potere giudiziario.
Ed eransi con tanta asseveranza riferite siffatte prevenzioni di essere la principessa una segreta messaggera di convitati reazionari, che io meco medesimo andai discutendo se doveva farla per-quirire in Napoli innanzi di partire o trattenerla invece nel corso del viaggio. E mi appigliai a questo secondo partito come quello, che meglio mi assicurava il risultato delle operazioni da eseguirsi, potendo in una perquisizione a Napoli agevolmente disperdersi, o essere.gittate via le scritture più capaci di richiamare l'attenzione della giustizia.
E non pertanto trattenuto sinora questo riscontro negativo nella speranza poter essere in grado di accertare anche la origine di una coś sicura prevenzione fattami sul conto della Signora Sciarra, con r indicazione degli stessi individui i quali avrebbero potuto essere chiamati al cospetto del magistrato in qualità di testimoni. Ma sembrami che la primitiva* rivelazione del fatto in esame debba rimanere nella sfera delle segrete esplorazioni dell'autorità di sicurezza pubblica che la S. V. intende di leggieri di essere talvolta di difficile conversione in pruova giudiziaria; e la naturale peritanza, che si ha da certa classe sociale ad apparire per primo rivelatore dell'altrui colpe politiche, peritanza che si accresce in chi dubita coli'appalesarsi di scapitarne nei suoi interessi, come quando si ha l'esercizio di una locanda di un caĺe o altee industrie siffatte e che l'islessa autorità di sicurezza pubblica deve rispettare per non essere priva nel grave compito del suo ministero di ausilii somiglianti vale a dire a giustificare quest'ufficio dell'essersi indarno
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