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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
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di protestare contro il presente ordine di cose e di piangere nella solitudine la bandita corte dei Borboni.
I sentimenti relativi del Marchese di Gastelpetroso son noti ad ognuno. 11 suo nome è Francesco de Rossi, e gli è prossimo parente Monsignor de Rossi sorvegliato dalla Autorità di P. S. perchè sospetto di mene reazionarie coabitante nel medesimo palazzo al Largo Costantinopoli. Alla medesima famiglia forse deve appartenere Elia Zafron de Rossi.
Non ancora si hanno notizie di Nino Sartorio, ma per le investigazioni disposte sarò tra non mollo in grado di comunicargliele.
In quanto a Colucci ed Attanasio trattandosi di tali cognomi, si è costretti per la mancanza di nomi, a ricorrere a qualche supposizione. Perchè in una delle lettere in cifra il cognome Colucci è messo in allusione con un fatto di giornale, si può supporre che vi si parli di Raffaele, essendo questi il solo di tal cognome che in Napoli sia conosciuto come versalo nel mestiero di giornalista compilatore nella redazione del giornale Napoli.
La parie presa da lui in così fatta compilazione bastar dee a far fede dei suoi sentimenli politici. Per Attanasio ve ne ha tre che potrebbero credersi denotati in quella lettera. V' ha primieramente un Attanasio Sollolenente dei Veterani borbonico a tutta prova : v' ha un Attanasio padrone di barca di Sorrento, sul quale cade il sospetto d esser latore a Civitavecchia di carteggi reazionari di Napoli: v' ha infine un Attanasio prete, il quale non è certo il più grande amico del nostro governo. tis
Alessandria è certamente il Principe di questo titolo, Egli era Sindaco di Napoli solto al passato regime, e pregato dal Direttore a rimanere nel medesimo ppsto, si rifiutò. Rimase non pertanto governatore del Monte della Misericordia nel quale onorevole incarico, con dispiacere dello scrittore della lettera in cifra non ha voluto essere riconfermato per non prestare giuramento di fedeltà al Re d'Italia ed allo Statuto. Ciò è detto nella medesima lettera, e la Questura l'ha verificato nel follo.
Il Questore Nicola dXmore Al Signore ,
II Signor giudice Istruttore
della 7. Sezione