PARTE QUARTA
DELLA LUCE
CAPITOLO XXVII.
CORPI LUMINOSI ED ILLUMINATI, DIAFANI ED OPACHI. LA RIFLESSIONE E GLI SPECCHI.
§ 190. Corpi luminosi e corpi illuminati, diafani ed opachi. — Come il suono impressiona il nostro orecchio, cosi la luce impressiona l'organo della vista; e tutti sanno bene come un corpo apparisca luminoso quando manda luce tutt' intorno, sia perchè è sede esso del fenomeno di produzione di luce, sia perchè è illuminato, vale a dire rimanda luce che su di esso cozza e non lo attraversa. Per l'organo visivo, avvertiamolo subito, è indifferente che il corpo sia luminoso di luce propria, o, come si dice, luminoso ovvero sia illuminato, vale a dire diffonda luce che riceve da altri corpi ; solo nel caso del corpo luminoso può più facilmente aversi molestia per 1' occhio se la luce è troppo forte o come si dice troppo intensa; intendendosi per intensità di una sorgente luminosa la quantità di luce che irradia da un cmq. della sua superficie perpendicolarmente a questa.
L' unità scelta per misurare 1' intensità delle sorgenti luminose è all' incirca equivalente all' intensità della candela stearica ordinaria. Tale unità si chiama candela. Dire che una sorgente luminosa vale 5, 10, 20 candele significa dunque che essa manda tanta luce quanta ne manderebbero 5, 10, 20 candele messe al suo posto.
Chiamasi illuminamento di una superficie la quantità di luce che cade su di un cmq. di essa. Misure precise hanno mostrato che: 1 candela ad 1 metro di distanza illumina come 4 candele a 2 metri o come 9 candele a 3 metri.
Così la lampada elettrica ordinaria da 16 candele posta a 4 metri da un foglio di carta bianca l'illuminerà come una candela posta a 1 metro.
Per rapporto alla luce si deve far distinzione fra corpi opachi e corpi diafani o trasparenti.
I primi son quelli che non si lasciano attraversare dalla luce, e gli altri quelli che si lasciano attraversare. Va però subito notato come molti possono essere i gradi di trasparenza di un corpo trasparente. Così un vetro ben pulito è trasparente più di un vetro sudicio, e una massa d'acqua liquida più trasparente di una massa d'acqua un po'intorbidata. Si suole distinguere il corpo trasparente propriamente detto dal così detto corpo pellucido o translucido. II primo lascia, col dar adito alla luce, distinguere nettamente attraverso ad esso i contorni del corpo luminoso; l'altro non lascia ben distinguere tali contorni. Sono pellucidi o translucidi un foglio di carta unta, un vetro smerigliato e simili.
Le singole varie sostanze hanno gradi di opacità ovvero di trasparenza diversi a seconda dello spessore. L'oro per esempio, che in spes-