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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   o
   L' alambicco più o meno modificato serve anche a separare gli uni dagli altri liquidi inegualmente volatili.
   Se i due liquidi A e B hanno temperature di ebollizione alquanto distanti, 50u e 100° per esempio, scaldando a 50° evaporerà il liquido A, dal cui vapore potrà ottenersi la condensazione, e scaldando poi a 100r si avrà il vapore del corpo B, che potrà venir esso pure condensato.
   Se i due liquidi mescolati che si scaldano hanno temperatura di ebollizione non molto distanti, se si tratta per esempio di un miscuglio di acqua e di alcool, l'alcool più volatile dell'acqua evaporerà dapprima quasi solo e poi in miscela con acqua, ma il prodotto evaporato conterrà in grande prevalenza alcool e il residuo alla fine sarà acqua pressoché pura.
   Distillando e ridistillando più volte successivamente il prodotto evaporato, si potrà finalmente ottenere alcool quasi privo di acqua.
   Il metodo si è detto di distillazione frazionata e serve largamente nell' industria, oltreché nelle ricerche scientifiche. Si ricorre, per esempio, a tal metodo per separare l'alcool dai prodotti di fermentazione, ai quali è associato; per separare i diversi residui, tanto importanti, della distillazione del carbon fossile; ed in mille e mille altri casi.
   § 155. Liquefazione dei gas - Temperatura critica. —
   Come si può condensare, sia per raffreddamento, sia per compressione, un vapore, si può coli'una o coli'altra soltanto di siffatte operazioni, determinare la liquefazione di quegli aeriformi detti gas, considerati nelle condizioni normali di temperatura e di pressione?
   Alla domanda si può rispondere ormai nel modo più semplice.
   Certi gas si possono liquefare per semplice raffreddamento, altri per semplice compressione, ma in generale occorre associare le due azioni. In ogni caso, per la liquefazione occorre che la compressione si compia col gas portato al di sotto di una certa temperatura, diversa ma caratteristica per i diversi gas, detta temperatura critica.
   Quest' ultima nozione è stata acquisita alla scienza dal fisico inglese Andrews, ed è conseguenza di una legge di capitale importanza detta appunto « legge di Andrews ». Costituisce essa la generalizzazione di un primo risultato ottenuto dal distinto sperimentatore inglese su di un gas detto anidride carbonica. L' Andrews vide difatti per questo gas — e cosa analoga fu poi veduta per gli altri — che se si trova ad una temperatura inferiore a 31° è sempre possibile liquefarlo per compressione, mentre ad una temperatura superiore a 31° è impossibile liquefarlo, qualunque sia la pressione di cui si dispone. Se ne concluse (legge di Andrews) che « esiste per ogni gas una temperatura detta critica, al disopra della quale non è possibile far passare il gas allo stato liquido, qualunque sia la pressione alla quale lo si assoggetti ». Ecco la temperatura critica di qualche gas:
   Anidride solforosa . . . . + 156° Ossigeno..........— 116°
   Ammoniaca........+ 130° Ossido di Carbonio ... — 140°
   Anidride carbonica . . . . + 31° Azoto............— 145°
   Etilene...........+ 9° Idrogeno..........- 241°
   È chiaro che gas come i primi quattro di questa tabella si trovano naturalmente, nelle condizioni ordinarie, già al di sotto della loro temperatura critica, epperò si possono liquefare colla sola azione della