Stai consultando: 'Nozioni di Fisica ', Lavoro Amaduzzi

   

Pagina (101/215)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (101/215)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   94
   Ad evitare disastri per gli aereostati si inventò presto il cosi detto
   paracadute, il quale è salvataggio si apre, e per
   come la
   
   Fig. 173.
   un ampio ombrello che nella discesa di resistenza incontrata nell' aria, impedisce alla navicella, che gli è attaccata e che contiene 1' aereonauta, una precipitosa caduta.
   Dopo rapidi e subiti progressi che fecero concepire le più grandi speranze, come ben ci ricorda l'ode del Monti ai fratelli Montgolfier, la navigazione aerea ebbe una lunghissima sosta, tanto che trascorse un periodo lunghissimo di sconforto e di sfiducia. Fortunatamente, come dicemmo, a quel periodo seguì l'epoca presente, che, è inutile disconoscerlo, si mostra piena delle migliori promesse.
   Si chiama forza ascensionale di un aereostato la forza che tende a farlo salire, vale a dire la differenza fra la spinta che riceve ed il proprio peso totale; e l'esperienza prova che basta per l'ascensione una forza ascensionale alla partenza di alcuni chilogrammi, perchè l'ascensione si effettui in buone condizioni. Alla partenza non si gonfia interamente l'aereostato, perchè a misura che si eleva, per essere la pressione esteriore di più in più piccola, può aumentare di volume, ed aumenta difatti.
   Si dimostra così che sino a quando l'aereostato non sia interamente gonfiato la forza ascensionale è costante. Dopo, elevandosi ancora, del gas esce da esso per una apertura inferiore, e la forza ascensionale diminuisce fino ad annullarsi ad una certa altezza. Se l'aereostato arrivasse senza velocità a questa altezza, finirebbe per trovarsi in equilibrio; ma siccome possiede una certa velocità, continua a salire fino ad un certo punto perdendo ancora del gas. La perdita di gas provata in quest'ultima parte dell'ascensione ha per effetto di convertire la forza ascensionale in forza discensionale (la forza ascensionale diventa negativa). A misura che l'aereostato discende, diviene di più in più floscio e la forza che lo fa discendere è costante, cosicché tende ad assumere un moto uniformemente accelerato, che lo condurrebbe al suolo con una velocità pericolosa.
   Fortunatamente sono possibili alcune manovre che consentono, in aria non dominata da forti venti, la regolazione della ascesa e della discesa.
   Per la discesa, si fa uscire dal pallone, mediante una valvola superiore, del gas, e per attenuare la velocità di discesa si lascia cadere della zavorra, della quale l'aereonauta ha avuto cura di premunirsi alla partenza. La zavorra serve anche alla ascesa quando la forza ascensionale si sia attenuata, od annullata, od invertita.
   § 89. I dirigibili. — Gli aereostati ordinari essendo sospesi nell' aria sono trascinati dalle correnti aeree, vale a dire dai venti, come un battello abbandonato a sè stesso su di un fiume è trascinato