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Nozioni di Fisica

Lavoro Amaduzzi
Nicola Zanichelli Bologna, 1924, pagine 208

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ma è chiaro che tale differenza, corrispondendo al peso della colonna a b c d di acqua, si riduce al peso di una colonna d'acqua avente lo stesso volume del cilindro immerso, o in altre parole al peso dell' acqua spostata dal corpo immerso.
   Il cilindro immerso dunque risente, per il fatto della immersione, una pressione totale (che si chiama spinta) diretta dal basso all'alto, e pari in valore al peso dell'acqua spostata.
   Quello che si è detto per il cilindro immerso coli'asse verticale in un recipiente contenente acqua, si può ripetere per un corpo qualsiasi immerso nell' acqua o in un qualunque liquido.
   Ne segue un principio, di grande importanza come vedremo, al quale è stato dato il nome di principio di Archimede, e che si enuncia nel modo seguente:
   Un corpo immerso in un liquido sopporta una spinta diretta verticalmente dal basso all'alto ed uguale al peso del liquido spostato. Tale spinta è una forza contraria al peso del corpo, e può essere a questo uguale, oppure maggiore o minore.
   Se è uguale, il corpo immerso rimarrà in seno al liquido in quella posizione qualunque nella quale fu posto. Se è minore il corpo cadrà al fondo in quanto la vincerà il peso sulla spinta. Se è maggiore, il corpo verrà a galla per rimanere alla superficie del liquido in parte immerso e in parte emerso. Questi vari casi si considereranno più avanti (§ 69).
   § 69. I galleggianti e la nozione del peso specifico. —
   Prendiamo un pezzo di legno e immergiamolo nell'acqua; esso subisce subito da parte dell'acqua una spinta superiore al suo peso, il che ci obbliga a premer su di esso se lo si vuol mantenere completamente immerso. Abbandoniamolo a sè stesso. Esso si eleva subito, giunge ad affiorare la superficie, ed emerge a poco a poco. Ma a mano a mano che emerge, la spinta del liquido diminuisce progressivamente mentre il peso del corpo solido rimane costante. Arriverà un momento in cui la spinta sarà uguale al peso del corpo solido; questo sarà in equilibrio e galleggerà, come si dice, alla superficie del liquido.
   Orbene, quando un corpo solido galleggia, il peso del liquido spostato è uguale al peso del corpo galleggiante. Per verificare questa asserzione si può adoperare un vaso di vetro come quello della Fig,. 136, munito di un tubicino laterale.
   Collochiamo nel vaso tanta acqua da raggiungere il livello del tubo e immergiamo in essa una sfera di legno preventivamente pesata, che galleggerà alla superficie del liquido dopo averne fatto uscire un poco in un vasettino di peso noto, che fu posto sotto al tubicino. Se si pesa ora questo vasetto coli' acqua in esso caduta, risulta che il peso di questa uguaglia il peso della sfera.
   Si deve notare che per l'equilibrio del galleggiante non basta che peso del corpo e spinta si facciano equilibrio. Occorre che esse sieno dirette secondo la medesima retta, il che vuol dire che centro di gravità e centro di spinta debbono trovarsi sulla stessa verticale, altrimenti avrebbero per effetto di far girare (Fig. 137-1) il corpo su sè stesso fino a che il suo centro di gravità e quello della massa liquida spostata (centro di spinta) fossero sulla stessa verticale (asse primitivo - Fig. 137-2).
   L'equilibrio sarà indubbiamente stabile se il centro di gravità del corpo si troverà al disotto del centro di spinta, e tanto più stabile quanto più sarà in basso. E chiaro difatti che in tale condizione di cose allontanando un poco il corpo dalla posizione di equilibrio, tanto la