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Morfologia latina
Parte II - Pratica
Luigi Zenoni
, 1920, pagine 357+80

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   352' Parte Seconda
   II. - 1. Ancor1) più duro e severo fu L. Domizio. Reggendo2) egli (quale) pretore la Sicilia ed essendogli stato portato:;) un cinghiale di smisurata grandezza (abl.), fece venire a sè 4J il pastore che lo aveva ammazzato. Ed avendolo interrogato con quale arma 5) egli avesse uccisa una bestia così grande, come (ut) seppe 6) ch'egli aveva adoperato 7) uno spiedo da caccia8), lo fece mettere in croce9), perchè egli, ad impedire le ruberie10), dalle quali quella provincia era devastata, aveva bandito u) « che nessuno 12) tenesse armi13) ».
   2. Nè meno severamente punirono le donne. Quell' Orazio, che, (avendo) vinti i tre Curiazi, fu vincitore di tutti gli Albani, tornando a casa14) da (ex) quella famosa vittoria, trovò la sorella che piangeva 15) a calde lagrime 16_) uno dei Curiazi, al quale ella era stata promessa 17) (sposa). Non potendo 2) tollerare 18) quelle lagrime, che erano sparse10) per (prò) un nemico, egli, con quella spada stessa, colla quale aveva felicemente combattuto per la (prò) patria, la uccise. Ed essendo stato per questo (eccesso) tratto in giudizio20), fu difeso dal padre. Così quella fanciulla troppo propensa verso21) la memoria del futuro marito, trovò22) nel fratello (acc.) e nel padre (acc.) (due) severissimi vendicatori23).
   4) etiam. —2) cum coll'impf. cong. — 3) cum col piucchpf. cong. dì atferre ad... — 4) trad. comandò che fosse condotto a sè',- accus. coli' inf„ P. I. (Teor.), § 172. — 5) telum, i, n. — 6) comperire, seguito dall' infinito coli' acc. — 7) uti coli'abl. — 8) venabìilum, i, n. •— 9) cruci suffìgere o in crucem tollere ; * vedi anche la nota 4. — 10) latrocinia tollere o depellere. — u) edicere. — 12) ne quis. — 13) telum habere. —14) domum repetere ; - part. pres. — 15) deflere ; part. pres. — 1(i) multis cum lacrimis, — 17) despondère. — 18) ferro. — 19) profundere. — 20) in ius vocare. — 21) prooensus ad... ; P. I., § 100.1. 4. — 22) habere. — 23) vindex, icis, m.'
   14. Delitto di Orazio.
   L'atroce delitto dell'Orazio, di cui qui sopra feci ricordo1), è così raccontato da uno scrittore romano.
   Uccisi i tre Curiazi2), i Romani festosi 8) accolgono colla più grande gioia l'Orazio, e con lui tornano a Roma. Innanzi a tutti4) andava l'Orazio, portando davanti (prae) a sè le triplici5) spoglie. A lui fecesi incontro6) fuori (ante) della porta Capena la sorella che era stata promessa 7) (in matrimo-