Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
 
  
  
  
  
 
     
CAPO XIV.
 
     
Anatomia presso i Romani — Brano di Cicerone — Errori di Crisippo
 
     
—	Fisiologia di Lucrezio — Dei sensi esterni — Vita těsica dell'uomo
 
     
—	Patogenia — Teorie sulla nutrizione — Vita delle piante — Funzioni generative — Caio Lucilio — Paragone fra Cicerone e Lucrezio.
 
     
I. Parlando altrove della medicina divinatoria, degli auguri e • degli estispici, ho accennate le cognizioni anatomiche possedute dagli antichi, ristrette al numero di quelle che poteano aversi dalle dissezioni degli animali designati a vittime, e dall'ispezione dei visceri belluini, da cui i Romani traevano la buona o la mala ventura.
 
     
Sull'istesso argomento ben poco resta ad aggiungere, se togli alcune vaghe indicazioni sugli arti fornite da Terenzio, Lucilio e Verrio Fiacco.
 
     
Se non che all'epoca di Cicerone, certo per le cognizioni mediche diffuse in Roma dai discepoli di Erasistrato e di Erofělo, l'anatomia umana aveva subito un tal quale incremento, come ne fa fede il seguente brano De natura Deorum citato anche dal Puccinotti 0):
 
     
« Faciliusque intelligetur a Diis immortalibus hominibus esse provisum, si orit tota hominis fabricatio perspecta, omnisque hu-manae naturae figura atque perfectio. Nani quum tribus rebus aui-mantium vita teneatur, cibo, potione, spiritn: ad liaec omnia per-cipienda os est aptissiinum: quod adjunctis naribus spiritus au-
 
     
(1) Puccinotti — Storia della medicina; Lib. ěv, cap. 7.
  
  
  
  
  
 
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