Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
 
  
  
  
  
 
     
— 215 —
 
     
Menemmo.
 
     
Perche 11011 mi domandi anche se io mangio pane rosso, o violetto o giallo, o se mangio uccelli colle squamine e pesci colle penne ?
 
     
Vecchio.
 
     
Senti che capo di stravaganze. Presto, un beverone prima che gli pigli a buono il farnetico.
 
     
Medico.
 
     
Ancora un momento; vo' fargli alcune altre domande.
 
     
Vecchio.
 
     
Tu lo ammazzi colle chiacchiere.
 
     
Medico.
 
     
Dimmi : gli occhi qualche volta ti diventano duri ?
 
     
Menemmo.
 
     
Che forse m'hai preso, tocco d'asino, per una cavalletta?
 
     
Medico.
 
     
Dimmi ancora, le budella te le senti rugliar mai?
 
     
Menemmo.
 
     
Quando ho mangiato, no; quando ho fame, sì.
 
     
Medico.
 
     
Questa risposta, per verità, non è da pazzo! Dormi tutta la notte sino a giorno ? E prendi facilmente sonno ?
 
     
Menemmo. Dormo se ho pagato i miei debiti.
 
     
Medico.
 
     
Menemmo.
 
     
Che Giove e tutti gli Dei ti disperdano con cotesto interrogazioni.
 
     
Medico.
 
     
Già incomincia a dar la volta al cervello. (Al Vecchio.) Ora ce ifè anche per te.
 
     
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 Giove Al Vecchio
 
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