Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
 
  
  
  
  
 
     
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M E N E M M I (1)
 
     
ATTO V - SCENA III.
 
     
Il Vecchio*
 
     
M'è venuto male al ti 1 delle reni dall'aspettare, e gli occhi mi dolgono dall'osservare quando il medico sarebbe ritornato ct cclstx dal suo giro. Finalmente, che Dio lo benedica, è tornato dalle visite. Dice d'aver rimessa una gamba ad Esculapio e un braccio ad Apollo. Non so se dica di condurre un medico o un falegname; ma ecco che viene (Al Med.) Allunga cotesti passi di formica.
 
     
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SCENA IV.
 
     
Il IVTedico e il Vecchio.
 
     
Medico.
 
     
Che malattia hai detto che ha ? di su. È mania o frenesia ? ho bisogno di saperlo; oppure è preso da letargia o da idropisiaVecchio.
 
     
Ma io t'ho chiamato apposta che tu dica a me la sua malattia, e che lo risani.
 
     
Medico.
 
     
Oh ! è facilissimo........ Ne guarisco più di seicento al giorno.
 
     
Vecchio.
 
     
Abbine tutte le cure possibili.
 
     
Medico.
 
     
Ti do parola che fra poco sarà guarito: tanta sarà la mia assistenza.
 
     
VecchioOh, ma eccolo là.
 
     
Medico.
 
     
Stiamo a vedere che cosa faccia.
 
     
(1) Plauto — MenemmL Volgarizzazione per Rigutini e Gradi. Firenze, Le Monnier, 1873.
  
  
  
  
  
 
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