Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
 
  
  
  
  
 
     
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Roma noi 1819, che ò uno dei pochi scritti conservati dell'insigne medico.
 
     
Fra gli altri Dei salutari degno è di nota il culto reso alla Dea Carila. Le fu da Bruto primo Console edificato un tempio sul monte Celio. Questa divinità presiedeva alla vita, e credevasi mantenesse integri i visceri umani, e secondo Ovidio OJ, salvasse dal male delle streghe le glandole meseraiche dei bambini, ossia da quella terribile e (piasi sempre incurabile malattia che chiamasi tabe mesenterica, atrofia dei ganglii mesenterici, scrofole, tubercoli, e francescamente ccirreau. La virtù nutritiva della carne era fin d'allora conosciuta, come è dimostrato dal racconto fatto dal Sulmonese Dea, furono da essa ammoniti di apprestar per cibo al bambino i visceri crudi di bimestre porchetta:
 
     
Extaque de porca cruda bimestre tenet.
 
     
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Con tale somministrazione si rinnuova lo scambio dei materiali nutritizii nei singoli visceri, nelle puerili interiora, nel cuore e nelle fibre:
 
     
Atque ita, Noctis aves, extis puerilibus inquit Farcite : prò parvo, victima parva cadit.
 
     
Cor prò corde, precor, prò fibris sumite lìbras, Hanc animam vobis prò meliore damus.
 
     
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Dopo siffatta cura il bambino ammalato riacquista il pristino colore.
 
     
Et rediit puero qui fuit ante color.
 
     
(1) Ovidio — Fasti; n e vi.
 
  
  
  
  
 
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