Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      a5oSecondo il nostro autore il morbo fu osservato specialmente in Italia all'arrivo de' Francesi, e perciò gì' Italiani lo chiamano volgarmente gallico, ed i Francesi napolitano, non senza crederlo di o-rigine più antica e proprio della gente dissoluta. Calcolate improprie tali denominazioni passa in rassegna le sette opinioni allora regnanti sulla sua natura ed origine ; cioè se sia I. il Vajuolo, II o il Fuoco persico, III o la Elefantiasi, IV o il Lichene, V o la Scabbia della faccia, VI o la Lebbra, VII o la Verruca. Egli le confuta tutte, e con lunghissime cavillazoni scolastiche sostiene, eh' esso è il Safati di Avicenna coll'autorità anche di Bernardo Tornio medico rinomatissimo del suo tempo, che scrisse un consulto in tale argomento pel sig. Filippo Decio padovano, consulto già notissimo a tutti i Fiorentini del suo tempo. Qui devo far riflettere, che tra tante opinioni riportate dal Fani non v'ha pur un motto di quella, che lo ripete dall'America , sebbene la dedica mostri che l'autore vi lavorava almeno fino all'anno 1515,, giacché la elezione di papa Leone X non cadde prima.
      Riguardo alle cause, le ripone nella intemperie atmosferica caldo-secca, non già nella caldo-umida, come pensavano gli altri. Il color rosso delle pustole, il senso di ardore accusato dai malati, la sti-^ tichezza, l'affettare l'età giovanile più che l'infantile e la decrepita, l'inasprire di notte, sono a suo giudizio conferme della natura calda della materia morbosa. Che se la diuturnità di sua durata la rende fredda, la freddezza è acquisita. Qui trovandosi in opposizione con Avicenna così conchiude : Stant simul ergo hae duae proposition.es ? causa morbi hujus, et orientis, et producti, humores sunt calidi: et causa morbi hujus, humòres sunt frigidi. Da questa causa superiore discende alle inferiori, cioè alla fame, al guasto de'cibi e delle bevande, alle veglie, ai patemi d' animo, agli stra-vizzi«di ogni sorte, e all'abuso in allora straordinario


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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