Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      E però voglio in la Opera mia Dir qualche cosa de la disciplina. Che se conviene a l'aspra malathia. E perchè di Galeno in te raffina, Di Rasis, d'Aliabate e Jesu e 1' arte De Avicenna, e Hyppòcrate la dottrina, So pur che avrai piacer, che in le mie carte Cum tua excellenza haggia comunicato; Punti che non fan molti guasta l'arie. Vero è che questo male è variato In sanguinei collerici e flematici E da melancolia racumulato : Questo conosceran tutti li praticiQuando bisogna taglio o non bisogna, E se sian carboncelli o pustulatici. / A sanar dunque la putente rogna, Incognita ad Italia già molt'anni, A ripurgar il ventre alcun non sogna. Ponga da canto gli penseri e affanni, Suma bon cibi, a la flebotomia La sinistra basilica si amanni : Cum porzion matutina e syropia De fumo terre, e lupole semente Per drizzar la materia in digestia, El ventre poi risolver, sian recente Di hermodatilo pillule parate Col fumo terre mixto unitamente. Possia per intervallo gli sian date Pur per risolver 1' alvo quelle cocie. Quando vanno a cubar a dargli usate. In nel gargarizar sempre sien socie Semenze astaphisagre col pyretro È gingiber, che colto non dissocie. Avanti il cibo dico, e non da retro, Cotto nell' acqua, ed indi ben colato, Utile molto a trar quell' humor tetro. Se il mento cum la bocca sia ulcerato El rhodomel gli sana, e quest'unguento Alle juncture, ut infra, preparato,


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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