Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      moglie non fosse accaduto di dover abbracciare u-na pubblica meretrice, che le stava presso ascoltando la Messa, giusta il cerimoniale della Chiesa primitiva.
      Carlo il Saggio le allontanò soltanto da certe contrade; ma Carlo sesto, soggiornando per qualche tempo in Tolosa, accordò delle lettere di favore a quelle della città. In quelle lettere egli dichiara, che avendo ricevuto la supplica delle donne di piacere del gran-bordello di Tolosa, chiamato la Gran• de Abbazia, le quali si lagnavano dei magistrati, che le tribolavano estremamente, obbligandole a portare certi cappucci e certi cordoni bianchi o a non potersi vestire a piacimento, e a rimaner esposte a molte ingiurie e vilipendi : e altronde volendo egli far grazia a chicchessia, concede alle medesime, e a tutte quelle che loro succederanno nell'Abbazia, la permissione di portare quegli abiti e cappucci e del colore qualunque che loro aggradirà, salvo però che debbano tenersi allacciata al braccio una cordella di colore distinto. Anche Carlo VII rilasciò lettere tendenti a conservare il buon ordine ne' bordelli.
      I magistrati d'Inghilterra riconoscevano e sorvegliavano i bordelli fin dal 1G26, come apparisce da statuti appositi, riferitici dal Beket nelle Transazioni Anglicane . E inoltre certissimo, che nel solo sobborgo di Southwark in Londra nel secolo duodecimo si contavano diciotto di queste case soggette alla sorveglianza del Vescovo di Vinche-sler, e regolate con discipline politiche e sanitarie.


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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